“Rimmel” è una canzone milanese, “La donna cannone” inizialmente non doveva essere pubblicata, “Sempre e per sempre” ha portato al licenziamento di una ragazza, “La storia” l’ha cantata per primo Gianni Morandi, “Il cuoco di Salò” era una filastrocca per bambini, “Un gelato al limon” di Paolo Conte doveva far parte di “Viva l’Italia”. E ancora: “Buonanotte fiorellino” non parla di un incidente aereo; “Bufalo Bill” aveva una strofa in più… Sono soltanto alcuni degli aneddoti curiosi che si trovano in “Francesco De Gregori. I testi. La storia delle canzoni”, a cura di Enrico Deregibus (Giunti editore), un volume di oltre 700 pagine. Un’opera anomala nel panorama editoriale italiano.
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Francesco De Gregori “Rimmel”, “Alice non lo sa”, “Bufalo Bill”: un libro sui segreti del Principe
Si tratta della continuazione di “Francesco De Gregori. Mi puoi leggere fino a tardi”, la corposa biografia del cantautore che Deregibus ha pubblicato nel 2015, sempre per Giunti. Il giornalista in questo nuovo volume si sofferma sulle canzoni, più di 200, che il principe ha inserito nei suoi dischi, con dettagliate schede che regalano ai lettori molte sorprese. Ad accompagnarle, i testi meravigliosi di tutte le canzoni di De Gregori. Un libro che nasce con l’intento di indagare i brani in tutte le loro componenti: parole, musica, arrangiamenti, interpretazione. E che soprattutto vuole raccontarne la nascita, le fonti, l’ispirazione. Insomma tutto quello che è alla base della scrittura di quest’immenso artista italiano. Tutto condito da centinaia di dichiarazioni dello stesso De Gregori, tratte da interviste rilasciate dall’inizio degli anni Settanta a oggi. Oltre mille i documenti consultati.
«’La donna cannone’, anno 1972, nasce da un giro di Do fatto su pianoforte di mogano»
«’La donna cannone’, anno 1972, nasce da un giro di Do fatto su pianoforte di mogano, in un pomeriggio romano di quelli felliniani. Un pomeriggio in cui ti capita, con una mano, di carezzare una tazza di the caldo e con l’ altra di sfogliare casualmente un giornale che titola «una donna cannone è fuggita dal circo», racconta De Gregori. È venuta fuori così, per caso. Si è scritta praticamente da sola. Poi c’ è “Alice non lo sa”, brano che ha subito la prima censura: tra le righe c’era «un mendicante arabo» con «un cancro nel cappello», che però nella versione sul disco è diventato «qualcosa nel cappello». A volere il cambio esplicitamente Mamma Rai: «Mi dissero che siccome la canzone doveva andare in onda verso mezzogiorno, la gente che mangiava non aveva voglia di sentir parlare di cancri. La parola “cancro” infatti è una parola proibita, da noi non si usa. Fa paura, fa sgomento, ti fanno cantare “culo” ma “cancro’ no”», ha commentato il cantautore.
Francesco De Gregori: «Ma come fanno i marinai ha visto la luce durante un pranzo casalingo con Lucio Dalla»
Ma come fanno i marinai ha visto la luce durante un pranzo casalingo con Lucio Dalla che proprio da quella canzone lanciò la tournée Banana Republic. Bisogna andare indietro nel tempo per cogliere, invece, la genesi de La leva calcistica del ’68: il protagonista è lo stesso De Gregori da ragazzino a Monteverde, al campetto dell’oratorio. Rimmel? È stata scritta in un albergo, ma impostata in una sala d’attesa della Rai. Qui De Gregori era stato invitato come ospite in una trasmissione per ragazzi. Leggi anche l’articolo —> Francesco De Gregori su Morandi: «Stravolse la mia canzone, lo portai in tribunale»