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Francesco Vaia (Spallanzani): «Il tampone non è la terra promessa. Drive-in affollati? Inaccettabile»

09/10/2020 09:29 - Aggiornamento 09/10/2020 09:40

Sull’Huffington Post l’intervista a Francesco Vaia, il direttore sanitario dell’Istituto Spallanzani di Roma, chiamato a commentare le immagini choc di ieri che mostravano centinaia di persone in coda ai drive-in per essere sottoposti al test per il virus. «È una situazione inaccettabile. Comprendo l’agitazione e la preoccupazione degli italiani, ma il tampone non è la terra promessa. (…) In questa fase non serve la corsa al tampone, che deve essere uno strumento non un fine, come sembra essere diventato», ha dichiarato il professore. In questo momento serve «una politica di sorveglianza attiva, serve la clinica. I medici devono visitare i pazienti, andare nelle case dei loro assistiti, verificare se presentano determinati sintomi, non spedirli a fare il tampone, magari dopo una consultazione telefonica», ha specificato il direttore sanitario dello Spallanzani.

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Francesco Vaia

Francesco Vaia (Spallanzani): «Il tampone non è la terra promessa. Drive-in affollati? Inaccettabile»

Nel corso dell’intervista Francesco Vaia ha lanciato un appello: «I medici di famiglia sono i vigili urbani che possono evitare che il sistema vada in tilt. I medici del territorio, i pediatri di famiglia possono sgombrare il territorio, facendosi realmente carico dei cittadini. Devono andare a visitarli e, se possibile, curarli a casa, non spedirli subito negli ospedali, che ora, con la stagione influenzale alle porte, vanno intasati il meno possibile per consentire il ricovero a chi ne ha realmente bisogno. O ai drive-in per fare un tampone molecolare, il tampone classico, che non è sempre necessario. Ecco, questi utilizziamoli per i sospetti positivi».

Qualche parola poi sui tamponi rapidi: «Possono essere molto utili, soprattutto oggi che la rete è stata ampliata con i laboratori privati. C’è un’offerta molto ampia, anche per questo non c’è bisogno di andare a intasare i drive-in». E sui test salivari: «Anch’essi possono essere molto utili. Ad oggi i test salivari non sono rapidi, perché presuppongono un passaggio in laboratorio e l’esito finale, compresa la eventuale conferma, arriva nel giro di 12 ore. La metodica di prelievo – un piccolo campione di saliva – sul quale si va a fare prima l’esame antigenico li rendono particolarmente adatti a determinate fasce di popolazione, ad esempio i bambini. E una volta effettuati non vanno confermati con un ulteriore tampone. Per gli adulti, invece, meglio utilizzare l’antigenico naso-faringeo, che è un test rapido», ha specificato il professore.

Francesco Vaia

«Il paese non va messo sotto stress, si rischia di indebolirne le difese. Bisogna intervenire sul fronte dei trasporti pubblici»

Il numero dei contagi continua a crescere nel nostro paese, ma il professor Francesco Vaia invita a mantenere la calma: «Il Paese non va messo sotto stress, si rischia di indebolirne le difese e la capacità di reazione. Bisogna dire le cose come stanno e invitare ad affrontare la situazione con lo spirito giusto. Gridare “al lupo” è un errore tragico, che la comunità scientifica non dovrebbe commettere. Non si deve tornare al lockdown, ma recuperare lo spirito di quei mesi. Dobbiamo tutti fare piccoli sacrifici necessari a uscire da questa situazione. Ecco perché è necessario intervenire, ad esempio, sul fronte dei trasporti pubblici».

E proprio sul finale, a proposito di questi ultimi, il direttore sanitario dello Spallanzani ha detto: «Il distanziamento fisico è una delle tre regole anti contagio fondamentali e sui mezzi pubblici difficilmente oggi come oggi può essere rispettato, basta andare in giro ed osservare. Per questo bisognerebbe aumentare la dotazione di bus e treni». Leggi anche l’articolo —> Trump torna ai comizi dopo il Covid, ok dei medici: all’ultima intervista però ha tosse e fiato corto