Il 24 gennaio del 2003 se ne andava Gianni Agnelli, simbolo della storia della Juventus; è stato tifoso, presidente e icona per il mondo bianconero. La società, oggi presieduta dal nipote Andrea, ha voluto ricordare l’Avvocato a 18 anni dalla sua scomparsa con un toccante messaggio. «È vero che nel calcio si corre sempre. È vero il nostro sport non permette di fermarsi, dopo una vittoria bisogna già pensare al prossimo obiettivo, dopo una giornata storta c’è subito l’occasione di rialzarsi. Il calcio va veloce, forse mai come in questa stagione, ma c’è qualcosa che resta eterno, indelebile, immutatamente forte nel corso degli anni: il ricordo, il pensiero di una storia grandiosa e di chi la ha scritta. E in pochi, davvero in pochi, la nostra storia la hanno scritta come l’Avvocato, che se ne andava proprio oggi, 18 anni fa», si legge nelle battute iniziali della dedica.
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Gianni Agnelli morte 18 anni fa: la dedica della Juventus
«Sarebbe impossibile raccontare Giovanni Agnelli in poche parole. Si potrebbero citare le sue vittorie alla guida della Juventus, il suo stile inconfondibile o forse, più di tutto, la sua vicinanza alla squadra anche dopo la presidenza, testimonianza di un legame in grado di andare oltre i ruoli, oltre gli impegni, oltre ogni ostacolo. Testimonianza di un amore. Le sue frasi, il suo modo di essere sono per noi fonte d’ispirazione e continuiamo a lavorare ogni giorno per essere sempre migliori, per continuare a vincere, attingendo dalle nostre radici, dalla nostra storia, ma con lo sguardo costantemente rivolto al futuro, con la voglia di tingerlo sempre di bianconero. Di questo, ne siamo certi, ne sarebbe stato orgoglioso. La Supercoppa, vinta pochi giorni fa, gli avrebbe regalato un sorriso e strappato, probabilmente, un commento destinato a diventare eterno. Oggi scenderemo in campo pensando a lui, che è sempre nei nostri ricordi, nel nostro presente e nelle nostre vittorie», scrive la società bianconera, rendendo omaggio a Gianni Agnelli, di cui vogliamo svelare qualcosa in più. Dalla carriera sfolgorante al matrimonio con Marella Caracciolo dei Principi di Castagneto; dalla fama di tombeur de femmes alla passione per lo sport.
Imprenditore e politico: il suo nome legato al colosso Fiat
Gianni Agnelli, all’anagrafe Giovanni, era nato a Torino sotto il segno dei Pesci, il 12 marzo 1921. Nella sua vita è stato imprenditore, ma anche politico di spicco. Il suo nome è legato a doppio nodo a quello del colosso Fiat, di cui è stato anche principale azionista. Secondogenito di Edoardo Agnelli e Virginia Bourbon del Monte dei Principi di San Faustino, aveva sei fratelli. Si costruì una famiglia con Marella Caracciolo dei Principi di Castagneto, con cui convolò a nozze nel 1953, nella sontuosa cornice del castello di Osthoffen a Strasburgo. La coppia ha avuto due figli: Edoardo e Margherita Agnelli. Tanti nipoti, ben otto, tutti figli della secondogenita. Parliamo di John e Lapo Elkann (che Margherita Agnelli ha avuto da Alain Elkann) e di Ginevra, Pietro, Sofia, Maria, Anna e Tatiana (nati da Margherita Agnelli e Serge de Pahlen). Amava moltissimo i motori e il calcio, soprattutto la “Vecchia Signora”. Tra i suoi passatempi lo sci ad alta quota e le imprese estreme, come arrivare in elicottero all’Hotel du Cap ad Antibes e tuffarsi dal cielo in mare.
Gianni Agnelli moriva nel 2003: tutto sulla vita privata
Secondo i bene informati Agnelli era anche (soprattutto) un incallito seduttore. Tra le sue amicizie più chiacchierate quella per la vedova dell’ex presidente Usa John Fitzgerald Kennedy, Jackie Kennedy. E ancora la relazione con Pamela Harriman Churchill, l’ex moglie del figlio del celebre Winston Churchill e il flirt con la diva de “La Dolce vita” Anita Ekberg. «Sono sempre stato un marito devoto, ma se pretendessi di essere sempre stato un marito fedele direi una bugia», dichiarò Agnelli in un’intervista. E in un’altra: «Mi chiedete se mi sono mai innamorato? Ci si innamora a vent’anni: dopo si innamorano soltanto le cameriere», affermò con il suo sottile humour.
Gianni Agnelli “tombeur de femmes”: tante amicizie chiacchierate, da Jackie Kennedy ad Anita Ekberg
Su “Vanity Fair” Paola Jacobbi ha svelato anni fa alcuni curiosi retroscena privati su Gianni Agnelli. Dell’improvvisata che gli fece, ad esempio, una certa Jackie Rogers, modella per Chanel, attrice per poche pose in 8 1/2 di Federico Fellini, in un albergo a Roma, quando l’Avvocato era già sposato con la Caracciolo. «Sapevamo che stava al Grand Hotel con Anita Ekberg e che non chiudeva mai la porta. Entrammo: la stanza era in penombra, c’era una musica di sottofondo e lui e Anita erano a letto, nudi. Lei ebbe una crisi isterica, si alzò e ci urlò contro per cacciarci dalla stanza, con quel seno enorme che ballonzolava su e giù. Ma la cosa più bella è che, il giorno dopo, Gianni mi chiamò per dirmi che si era divertito e che la nostra sorpresa gli era piaciuta moltissimo». Jackie Rogers e Gianni Agnelli si erano conosciuti quando lui non era ancora entrato alla Fiat. L’incontro sullo yacht di Onassis: «Una sera, lui era pieno di cocaina e siamo scappati da una festa per stare insieme», ha raccontato sempre lei. Virgolettati forti, citati nell’articolo uscito su ‘Vanity Fair’ tempo fa e rilanciato dal sito ‘Dagospia’. Un uomo affascinante, quanto particolare. Era vanitosissimo («Adorava essere Gianni Agnelli, ammirato e imitato da tutti», dice l’amica Marina Branca). Da sempre attento ai dettaglio come l’uso dell’orologio sopra il polsino della camicia. Ironico, spiritoso. Un giorno ebbe come ospite un presidente della Repubblica nell’appartamento di Roma e chiese al suo chef personale, Luca Marconi, di servire testicoli di toro all’ospite. Marconi era sconcertato, ma Agnelli ribatté: «Che cosa c’è di meglio che offrire due co*lioni a un co*lione?».
Lapo Elkann: «Per noi è stato un nonno meraviglioso, ma non avrei voluto averlo come padre»
Lapo Elkann, il nipote prediletto, lo definisce una persona incredibile: «Per noi è stato un nonno meraviglioso, ma non avrei voluto averlo come padre». Come si apprende guardando un documentario diretto Nick Hooker, dedicato all’Avvocato, Agnelli sarebbe stato un padre assente. A tal proposito si può citare l’aneddoto di Carlo De Benedetti: «Eravamo in salotto a parlare, io e lui da soli, quando entrò Margherita con la testa completamente rasata. Lui le chiese: “Ma che hai fatto?”. Lei rispose: “Almeno ti sei accorto di me”». La pagina più dolorosa della sua esistenza il suicidio del primogenito Edoardo. Luci e ombre di un uomo che ha lasciato un segno indelebile nell’economia italiana del secondo Novecento. Leggi anche l’articolo —> 12 Marzo 1921: nasce Gianni Agnelli, uno degli uomini più influenti dell’ultimo secolo