Governo Draghi, Salvini: «Non faccio partire esecutivo per vendetta», così il segretario della Lega, ospite a il “Caffè della domenica” su Radio 24, spiegando di «lasciare volentieri ad altri le etichette di europeista o anti europeista. Io sono una persona molto pragmatica, molto concreta. Se nei prossimi mesi, e di questo abbiamo parlato con Draghi, non di storia o di geografia, si parlerà di tasse e di burocrazia, di come far ripartire i cantieri fermi e dare un po’ di respiro alle famiglie, ai commercianti e agli imprenditori, io ci sto».
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Governo Draghi, Salvini: «Io europeista? Sono pratico», la “giravolta” getta nel caos i partiti
Salvini ha smentito di aver avuto diverse telefonate con Matteo Renzi nel corso degli ultimi giorni. «Fantasie, con Renzi vi sentiamo al Senato e ci saremo messaggiati una volta, così come con altri leader di partito. Mi chiede se mi sono sentito anche con Di Maio? Sì, è il mio mestiere. Parlo quotidianamente con Berlusconi, Meloni e Toti. Non ho frequentazioni assidue con il Pd, ma le avremo. Con Di Maio ci siamo scambiati un messaggio», ha affermato il leader della Lega. Con Draghi «ci vedremo martedì pomeriggio per portare le nostre proposte di utilizzo dei fondi europei. L’ultima delle mie preoccupazioni è il toto ministri o le il toto poltrone», ha concluso nell’intervista il segretario del Carroccio. E la “giravolta” del leader della Lega ha scompaginato l’orizzonte d’attesa. Come scrive Daniela Preziosi su il “Domani” ha avuto «l’effetto di uno sparo nel mucchio della già confuse forze della ex maggioranza». Benché Salvini non si definisca tale, suo malgrado, sta “recitando” in queste ore la parte del “perfetto europeista”. Tutto per il “bene del paese”. Anche se fino a qualche giorno fa lo stesso insisteva, come un vinile bloccato nel giradischi, che fosse necessario il voto anticipato.
Crimi: «Se il governo nascerà, il M5s ci sarà con la lealtà»
A cosa è dovuto il cambio repentino? «C’è che riconosce la cifra del suocero Denis Verdini, socialista e poi repubblicano prima di essere braccio destro di Berlusconi e poi stampella del governo Renzi, che Salvini ha accolto al suo arrivo agli arresti domiciliari dopo l’ordine di scarcerazione», scrive la Preziosi sul “Domani”. Un fatto è certo: la piroetta del leader leghista ha affossato il Movimento 5 stelle e le altre possibili forze politiche alleate. Grillo, dopo l’incontro con Draghi, ha seminato i giornalisti, mentre Crimi ha commentato dicendo: «Se il governo nascerà, il M5s ci sarà con la lealtà». E ancora: «Abbiamo dato la disponibilità a valutare se ci sono le condizioni per prendere parte all’esecutivo». Incertezze che potranno essere superate soltanto con il secondo giro di consultazioni. Lo schema della vecchia maggioranza però potrebbe uscirne “malconcio”: «a farne le vere spese è il Pd. Che in prima battuta ha reagito con stizza», scrive sempre la Preziosi. «Effetto Draghi? Salvini europeista in 24 ore», ha twittato Andrea Orlando, il vicesegretario dem. Secondo indiscrezioni al Nazareno si ragionerebbe sull’appoggio esterno ancor prima di conoscere al secondo giro di consultazioni. L’amaro calice a cui potrebbe bere Zingaretti? Un governo rosso-verde. Per la serie: meglio “essere dentro” che all’opposizione. Leggi anche l’articolo —> Briatore VS Di Maio: «Draghi col bibitaro? Come Michelangelo col tizio che fa le strisce pedonali»