Il prossimo 6 agosto, il green pass diventerà obbligatorio in alcune circostanze. A salvarci da questa ennesima restrizione potrebbe essere un regolamento dell’Unione Europea, che sancisce che nessuno può essere obbligato a fare il vaccino. L’imposizione del green pass è, a tutti gli effetti discriminatorio. Infatti tutti coloro che scelgono di non vaccinarsi dovranno sottoporsi ad innumerevoli tamponi (per un costo spropositato) oppure rinunciare alla vita sociale e stare “chiusi a casa come sorci”, come ha detto Burioni.
Green pass discriminatorio, secondo il regolamento dell’Unione Europea
Il Regolamento nr. 953/2021 dell’Unione europea stabilisce che gli Stati devono tassativamente “evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate”. Tale regolamento “non può essere interpretato nel senso che istituisce un diritto o un obbligo a essere vaccinati”. Sembra quindi che la recente misura di introdurre il green pass sia a tutti gli effetti discriminatoria. Chi non ha fatto il vaccino infatti per partecipare ad eventi o semplicemente andare al ristorante al chiuso dovrebbe sottoporsi continuamente al tampone, il che diventerebbe una spesa ingente. Quindi palesemente il Green Pass sfavorirebbe i non vaccinati.
I cittadini di serie A diventeranno coloro che hanno fatto il vaccino o non ha potuto farlo per motivi di salute, quelli di serie B coloro che non vogliono fare il vaccino. Una strana coincidenza capita proprio nella traduzione dell’atto dell’UE che protegge chi non vuole vaccinarsi. “È necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate, per esempio per motivi medici, perché non rientrano nel gruppo di destinatari per cui il vaccino anti Covid-19 è attualmente somministrato o consentito, come i bambini, o perché non hanno ancora avuto l’opportunità di essere vaccinate o hanno scelto di non essere vaccinate”. L’espressione “o hanno scelto di non essere vaccinate” nella traduzione non c’era.
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Green pass discriminatorio
Il diritto europeo vale in tutti i Paesi dell’Unione e, se necessario, può addirittura prevalere su quello del paese stesso. Un bel guaio per l’Italia che potrebbe ritrovarsi a fare i conti con un provvedimento che non potrebbe far rispettare. Un provvedimento effettivamente discriminatorio verso quella categoria detta “no vax”. Ghettizzata come se non vaccinarsi fosse quasi un crimine. Questi no vax tra qualche giorno si ritroveranno a dover fare un tampone dietro l’altro (il che ha un costo spropositato) oppure rinunciare alla vita sociale. Molti di questi, i meno convinti si sottoporrebbero al vaccino. E questo è proprio quello che si vuole ottenere, una sorta di obbligo vaccinale, ma indiretto.
Un tentativo più che sufficiente a violare la norma europea. Infatti, secondo il Regolamento nr. 953, va evitata ogni discriminazione non solo diretta, ma anche “indiretta” delle persone che non sono (e che non vogliono essere) vaccinate.>>Tutte le notizie