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Guerra in Ucraina, Di Maio ferma 30 parlamentari pronti a partire: “Obiettivo sensibile”

15/03/2022 11:38 - Aggiornamento 15/03/2022 11:40

Guerra in Ucraina, oltre trenta parlamentari italiani erano pronti a partire per Kiev, ma la Farnesina li ha bloccati. È stato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio a scrivere ai presidenti di Camera e Senato chiedendo di fermare la missione organizzata dalla Comunità Papa Giovanni XXIII. L’ultima parola però, ad ogni modo, non è ancora detta. Il segretario Gianpiero Cofano ha spiegato infatti al «Corriere della Sera»: “Siamo sempre in contatto con la Farnesina e ci rendiamo conto della situazione, ma dobbiamo valutare se sia necessario andare comunque”.

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Guerra in Ucraina, Di Maio ferma 30 parlamentari pronti a partire: “Obiettivo sensibile”

La proposta era partita dalla Comunità lo scorso 8 marzo con l’obiettivo “di essere al fianco della popolazione e creare uno spazio di evacuazione dei civili ucraini intrappolati sotto il fuoco dell’esercito russo”, in particolare per provare a raggiungere “un gruppo di trenta bambini orfani per evacuarli”. “Pur comprendendo le buone intenzioni dell’iniziativa, con una lettera del Capo dell’Unità di Crisi, abbiamo ricordato agli organizzatori l’estrema pericolosità della situazione nell’intero territorio dell’Ucraina, Paese martoriato dalla guerra e verso il quale la Farnesina sconsiglia viaggi a qualsiasi titolo”, le parole del ministro Di Maio ai capigruppo di Camera e Senato e a Fico e Casellati invitandoli a farsi da portavoce presso i parlamentari.

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Partenza sconsigliata

Di Maio ha precisato poi che è particolarmente sconsigliata la partenza ad “un gruppo importante e visibile di parlamentari e giornalisti, che possono rappresentare un obiettivo sensibile e al tempo stesso generare un meccanismo di emulazione”. Il timore è che “nell’attuale contesto la loro presenza potrebbe essere facilmente strumentalizzata a scopo bellico o di disinformazione, con conseguenze pesanti per il nostro stesso interesse nazionale”. Questo però non vuol dire che l’Italia non darà il suo contributo: Tramite l’Unità di Crisi abbiamo assicurato alla Comunità Giovanni XXIII la disponibilità a fornire ogni assistenza per sviluppare, in sicurezza, altre iniziative umanitarie e di assistenza, anche appoggiandosi alla nostra ambasciata”, ha sottolineato sempre Di Maio. Leggi anche l’articolo —> Russia-Ucraina, il consigliere di Zelensky si sbilancia: «Ecco quando finirà la guerra…»

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