Qualche tempo fa a “Gay.it” (articolo rilanciato da ‘Dagospia’) Guillermo Mariotto, tra il serio e il faceto, scatenato, aveva raccontato della sua passione sfrenata per la libertà e del suo rapporto con la sessualità. «Oggi so perfettamente cosa voglio, ma anche cosa non mi fa stare bene, e questo mi rende sereno e felice con me stesso», ha dichiarato il giudice di ‘Ballando con le stelle’. Lo stilista ha ammesso di essersi dato un gran da fare in gioventù: «Oramai potrei vivere di ricordi. Scherzi a parte, da quando mi relaziono con lo Spirito Santo, non ho più bisogno di nulla. Sono il primo a rimanere sbigottito da questo mio periodo lontano da passioni conturbanti, ma sono seriamente appagato da altro. Alla mia tenera età ho capito che il sesso ruba tempo, spazio ed energie. Era diventato una vera e propria droga: finito l’effetto, dovevo procacciarmelo di nuovo».
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Guillermo Mariotto scatenato: «Sono stato una gran migno**a. Anni d’oro, non c’era l’Aids»
«L’evoluzione personale non può passare solo da una scopata fine a se stessa. Finito il momento di piacere cosa rimane? Nulla!», ha dichiarato Mariotto. Poi la puntualizzazione: «Mi disturbano tutte le etichette, ma sono gay. Non ho mai avuto segreti, né tantomeno tabù». Il giudice ha definito la sua infanzia strana: «Un ricordo? La mia stanza da letto. Stanza dove mi rinchiudevo per paura di essere scoperto, visto che in Venezuela c’era una corrente a dir poco machista. Era una paura infondata la mia. Al contrario di molti, non ero femminile e non sono mai stato attratto da trucchi, tacchi a spillo e parrucche, e le dirò di più: mi sentivo piuttosto strano perché immaginavo che i gay fossero solo quello. Ad illuminarmi, involontariamente, fu mio padre quando portò a casa una rivista dove in copertina c’erano due uomini, molto maschili, che si baciavano. Li capii…».
«Andai via da Caracas per raggiungere San Francisco, allora capitale del divertimento e soprattutto della libertà»
Un adolescente ribelle: «Andai via da Caracas per raggiungere San Francisco: capitale, allora, del divertimento e, soprattutto della libertà. Parliamo della fine degli anni ’70. Un periodo storico fatto di macho man e Village People. Pensi che ebbi anche una tresca con il cowboy del gruppo. Anni d’oro. Non c’era nemmeno l’AIDS. Non l’ho conosciuta personalmente, per fortuna, ma ho perso tantissimi amici. Sia lì, che in Italia», ha dichiarato sempre Guillermo Mariotto. «Sono fuggito presto. Ero un bambino sveglio e precoce, tanto che a 16 anni avevo già fatto la maturità. Moltissimi anni dopo, mia madre, dal nulla, mi disse: “Hai fatto sempre le scelte giuste”. Una medaglia d’oro sul mio petto…», ha aggiunto lo stilista. Poi la battuta finale: «Sono stato una gran migno**a». Leggi anche l’articolo —> Guillermo Mariotto malato di sesso: «Per me era una catena, dovevo farlo tutti i giorni tre volte…»