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“Io apro 1501” multe ai ristoratori, clienti pagano la cena per solidarietà: «Sono disperata»

16/01/2021 12:52 - Aggiornamento 16/01/2021 12:58

Non sono stati tanti ad aderire all’iniziativa “Io apro 1501”. Un modo per protestare contro il governo che sembra aver dimenticato una delle categorie più vessate dall’emergenza Covid: i ristoratori, gestori di bar e locali. Tra i pochi che hanno apparecchiato i tavoli e cucinato per i clienti, consapevoli che sarebbero arrivate le forze dell’ordine a multarli, Francesca Lazzerin, titolare della Trattoria Cerere in via Legnano, a Torino. Non è riuscita a servire nemmeno l’antipasto: «Non ho nulla da perdere, sono disperata», ha detto la donna.

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“Io apro 1501” multe ai ristoratori, clienti pagano la cena per solidarietà: «Sono disperata»

Come è finita? «Oltre alla multa, le forze dell’ordine chiudono il locale per cinque giorni ma io ringrazio davvero tutti i clienti perché non aspettavo tanta solidarietà. Siamo in un momento disperato, è tutto il nostro lavoro che va in fumo, a 40 anni mi ritrovo a dover chiedere soldi a mia mamma», ha dichiarato Francesca Lazzerin a “La Stampa” .Aveva ricevuto 40 prenotazioni per ieri sera, si sono presentati quasi tutti i clienti. Oltre alla ristoratrice sono state multate anche una ventina di persone rimaste sedute ai tavoli. Erano coscienti di infrangere le regole e l’hanno fatto «per solidarietà», chiedendo di pagare comunque la cena non consumata. La titolare della Trattoria Cerere ha detto di essere ad un passo dalla chiusura definitiva. Il fallimento dell’attività purtroppo sembra essere dietro l’angolo. «A dicembre del 2019 avevamo incassato 20 mila euro, lo scorso mese appena tremila. Ma ci è arrivato, oltre alle altre tasse, anche un conto della Tari da 5 mila euro da pagare», ha dichiarato la donna, ottenendo l’applauso dei clienti.

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«Con la cassa integrazione non si può andare avanti»

«Sono qui per solidarietà, ritengo questa iniziativa totalmente giusta. Non capisco perché le persone possono sedersi al tavolo a pranzo e non a cena. Trovo ci sia un accanimento contro questa categoria», ha detto Daniela, che si era recato al ristorante per dare un sostegno concreto alla Lazzerin. «Ero qui per aiutare i ristoratori ma ce lo hanno impedito. Avevamo prenotato la cena ci hanno chiesto i documenti», ha fatto eco Giovanni. Controlli e cena interrotta anche ai ristoranti “Il pacchero” di Torino e di Rivoli, entrambi gestiti da Alessandro Grilli. «Ho valutato bene la possibilità di prendere multe ma tra la sopravvivenza e una multa preferisco provare a sopravvivere. È stata una sorpresa vedere l’affetto che ci hanno dimostrato i clienti, ci dà speranza per il futuro», ha detto il ristoratore a “La Stampa”. «Vediamo che succede, ho intenzione di aprire tutta la settimana prossima. Lo faccio per tutti i miei dipendenti. Ho tre locali e oltre 40 famiglie sulle spalle. Con la cassa integrazione non si può andare avanti». A proposito delle autorità il gestore ha detto: «Le forze dell’ordine fanno il loro lavoro. Non c’è da discutere con la polizia». Leggi anche l’articolo —> Covid, il bollettino di oggi: 16.146 nuovi casi e 477 morti nelle ultime 24 ore