Il movimento #IoApro ha portato nelle piazze italiane la protesta dei ristoratori contro le chiusure imposte dalle norme anti-Covid, offrendo loro assistenza legale gratuita per opporsi alle multe. E ora il simbolo di questa iniziativa, #IoApro, diventa ufficialmente un marchio, un logo registrato presso l’Ufficio brevetti e marchi del Mise, il ministero dello Sviluppo Economico: una finestra tricolore aperta, con al centro un cucchiaio, una forchetta e un coltello. (prosegue dopo la foto)
La Confederazione imprese unite per l’Italia: “Lo abbiamo fatto per tutelarci da infiltrazioni negazioniste, la nostra è disobbedienza civile nel rispetto delle regole”
“Lo abbiamo fatto – spiega all’Adnkronos Stefano Agnesini, presidente nazionale della Confederazione imprese unite per l’Italia, titolare del marchio – per tutelare la nostra iniziativa dopo l’apertura di diversi canali Telegram a sfondo negazionista. Abbiamo fatto partire delle diffide e depositato il marchio proprio per prendere le distanze. La nostra è una iniziativa di disobbedienza civile, sì, ma abbiamo chiare le regole del gioco: distanziamento, mascherina, gel”.
Nata nel 2020 nel bel mezzo della pandemia, la Confederazione imprese unite per l’Italia ha appoggiato la protesta dei ristoratori che, a metà gennaio, decidevano di aprire le loro attività in barba ai divieti: “Ma non siamo e non vogliamo diventare un movimento politico”, puntualizza Agnesini.
#IoApro diventa un marchio, Agnesini: “All’inizio abbiamo avuto oltre 20mila adesione, offerta tutela legale a 1.800 esercenti”
Martedì scorso a Roma in Piazza Montecitorio ci sono stati tafferugli durante la manifestazione dei ristoratori: “A prescindere dalle vicende di ieri, sulle quali sono in corso degli accertamenti, io da presidente nazionale della Confederazione ci tengo a condannare gli atti di violenza e tutelo gli imprenditori che erano in piazza: gente disperata che cerca solo di lavorare”.
Quante persone hanno aderito a #IoApro, ad oggi? “All’inizio abbiamo avuto numeri molto importanti: quasi 20mila adesioni con la prima iniziativa del 15 gennaio. Molti poi si sono tirati indietro per paura delle multe. Posso dire che abbiamo offerto assistenza legale gratuita a oltre 1.800 esercenti che hanno scelto di opporsi alle multe. Dopo l’iniziativa di ieri i numeri cresceranno sicuramente, ho già ricevuto molte telefonate”.
#IoApro diventa un marchio: “Il nostro prossimo obiettivo? Riaprire tutte le attività in sicurezza. Se dobbiamo fare metà coperti faremo metà coperti”
A sposare per primo la ‘rivolta’ dei ristoratori dissidenti è stato il leader della Lega Matteo Salvini, che nei mesi scorsi si è fatto immortalare mentre indossava la maglietta con la scritta #IoApro: “Ma noi parliamo con tutti, non appoggiamo nessun partito. La nostra associazione è apolitica. Ieri per esempio ci sono stati diversi incontri con Fratelli d’Italia e Pd, si tratta di normali interlocuzioni”, precisa il presidente della Confederazione, che a inizio anno ha anche depositato il suo primo contratto collettivo nazionale di lavoro.
“Il nostro prossimo obiettivo? Riaprire tutte le attività in sicurezza. Se dobbiamo fare metà coperti faremo metà coperti. Tutte le regole, anche più stringenti, vanno bene. Però apriamo. Qui siamo di fronte a un bivio: se non moriamo di Covid, moriamo di fame. In qualche modo – conclude Agnesini – dobbiamo stare in piedi”.