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Italia verso il lockdown, Conte smentisce: i favorevoli e contrari alla chiusura totale

29/10/2020 08:20 - Aggiornamento 29/10/2020 08:27

Italia lockdown in arrivo? – Giovedì 29 ottobre 2020. Dal prossimo venerdì fino al primo dicembre Francia in blocco totale con le scuole che però resteranno aperte. L’annuncio ieri sera in diretta tv dal presidente Emmanuel Macron, che nel suo discorso alla nazione ha parlato di una brusca accelerazione del Coronavirus: «Siamo sommersi». Da qui la necessità di dare “un colpo di freno”: 36.437 i nuovi contagi di Covid 19 in Francia nelle ultime 24 ore, secondo il bollettino serale di Santé Publique France. Anche la Germania si appresta a farlo, anche se sembra con misure più morbide. E in Italia? Anche il nostro paese verso la chiusura totale? Conte, parlando con alcuni deputati, ha detto che sarebbe necessario un maggior coordinamento a livello europeo. Il presidente del consiglio, ad ogni modo, ha smentito un lockdown immediato: «Dobbiamo dare il tempo alle misure restrittive appena approvate di dispiegare appieno i loro effetti. Il nostro obiettivo è ricondurre la curva sotto controllo».

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Italia lockdown totale, Conte smentisce: i favorevoli e contrari alla drastica misura

Con i contagi da Covid-19 in aumento torna la paura delle chiusure, locali o nazionali. Lo spettro di un lockdown divide l’opinione pubblica: tra scienziati e politici non c’è un sentire unanime. Il consigliere del ministro della Salute Walter Ricciardi, ad esempio, propone una chiusura “localizzata”. Secondo l’esperto «a Milano e Napoli uno può prendere il Covid entrando al bar, al ristorante, prendendo l’autobus. Stare a contatto stretto con un positivo è facilissimo perché il virus circola tantissimo. In queste aree il lockdown è necessario, in altre aree del Paese no». Chi non è assolutamente d’accordo con la chiusura totale di Milano è il sindaco Giuseppe Sala: «È una scelta sbagliata. C’è tempo per la polemica e per la collaborazione ma io non credo che a questo punto sia giusto fare un lockdown e lo dico sapendo che ci sono due partiti, anche tra i cittadini, c’è chi dice ‘chiudi tutto’ e chi ‘non si può’». Non meno dure le parole del primo cittadino di Napoli De Magistris«Mi sembra che il Dpcm oltre alla firma del presidente del Consiglio porti anche la firma del ministro della Salute. Allora mi chiedo noi cosa dobbiamo fare: dobbiamo seguire il Dpcm o le dichiarazioni del consulente del ministro? Abbiamo difficoltà ad andare dietro a questo pandemonio». 

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Renzi provocatorio: «Meglio un lockdown totale di queste misure a metà». Berlusconi: «Misura che potrebbe essere efficace, ma sarebbe da evitare»

A favore di “mini lockdown” anche il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, che l’ha definita «un’opzione da prendere in considerazione, quasi un automatismo».  Dello stesso avviso il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), Silvio Brusaferro. Contro il lockdown totale in Italia il governatore della Liguria Giovanni Toti: «Sarebbe una cura molto severa su un paziente molto provato, non vorrei che si arrivasse al famoso detto: l’operazione è perfettamente riuscita ma il paziente è morto». Provocatoria la posizione assunta dal leader di Italia Viva Matteo Renzi: «Meglio un lockdown totale di queste misure a metà». 

Favorevole al dialogo tra i partiti e una chiusura anche parziale il capo di Forza Italia Silvio Berlusconi: «Potrebbe essere efficace, ma se possibile sarebbe da evitare perché ha un costo sociale elevatissimo». Guido Bertolini, responsabile del Coordinamento Covid-19 per i reparti dei pronto soccorso della Lombardia, invece, non ha dubbi: «L’unica cosa che si può fare è chiudere tutto, un lockdown a livello nazionale. La situazione nei pronto soccorso è drammatica, non solo in Lombardia, ma ovunque a livello nazionale». Leggi anche l’articolo —> Covid, il bollettino di oggi: 25mila casi e 205 morti in 24 ore