È stato un periodo davvero difficile quello attraversato da Iva Zanicchi a causa del coronavirus: dopo aver contratto il Covid in prima persona, la cantante di Ligonchio ha dovuto affrontare la morte del fratello Antonio. L’ha raccontato a Domenica Live, ospite del salotto di Canale 5 ieri, 13 dicembre 2020. “Mio fratello era un grave cardiopatico – ha ricordato Iva ai microfoni della D’Urso – e il Covid se l’è portato via”. “Per me – ha aggiunto – lui è stato come un figlio”.
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Iva Zanicchi, il ricordo del fratello scomparso a causa del Covid
“Mio fratello, – si è aperta così la Zanicchi nel pomeriggio domenicale – aveva problemi già da bambino. Eravamo legatissimi, come gemelli”. “Ha avuto una pessima esperienza in una struttura: – ha riferito poi rifacendosi alla circostanza legata al contagio da Covid – è rimasto 12 ore al pronto soccorso seduto su una sedia, implorando di avere un bicchiere d’acqua che non gli hanno dato. Alle 3 di notte quando hanno scoperto che aveva il coronavirus, lo hanno rimandato a casa. Il giorno dopo io l’ho fatto venire all’ospedale di Vimercate”. Era lì che la cantante era ricoverata, dopo aver contratto lei stessa il virus. “Eravamo nello stesso reparto, anche con mia sorella, lo avevano chiamato il ‘reparto Zanicchi’”, ironizza l’artista.
“Ha voluto fare a me l’ultima chiamata”
“Andavo a trovarlo due, tre volte al giorno. – ha proseguito Iva che guarita dal Covid è stata quindi dimessa – Non riuscivano ad abbassargli la febbre. Aveva l’ossigeno, non il casco. Stava benino. Avevo chiesto anche se poteva esserci il plasma. Mi hanno detto: ‘Scarseggia ma per lui ci sarà’. Hanno dimesso me e mia sorella, lui no. Sono andata a salutarlo. Ero tranquilla, gli ho detto: ‘Tra poco vieni casa anche tu’. E lui: ‘Speriamo… se mi passa la febbre’”.
La situazione, però, sembra essere poi precipitata: “Un giorno – ha spiegato la cantante – mi chiama la dottoressa e mi dice: ‘Suo fratello soffre troppo, mi ha chiesto di aiutarlo perché non ce la fa più, lo dobbiamo sedare e dobbiamo accompagnarlo alla morte’. Io non capivo. Mi dicono: ‘Possiamo fare una videochiamata’. Io: ‘Le do subito il numero di uno dei figli’. Lui però voleva parlare con me, forse non voleva farsi vedere così. Abbiamo fatto la videochiamata. Il video però non funzionava. Ho sentito la sua voce, era bella e chiara, mi ha detto: ‘Saluta tutti, ma tutti, ti voglio tanto bene’”. Poi ha concluso: “Volevo andare a trovarlo, ma non me lo hanno permesso neanche bardata. Non lo abbiamo più visto, né durante né dopo, per questo non riesco a elaborare il dolore”. >> Roberto Giacobbo malattia: «Sono arrivato all’ultimo stadio, ero a un passo dalla fine»