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Tokyo 2020, Jacobs: «Scarpe “magiche” e doping? Ecco come sono arrivato fin qui»

05/08/2021 10:19 - Aggiornamento 06/08/2021 16:29

«Le polemiche non mi toccano assolutamente, neanche gli rispondo perché gli darei soltanto importanza. So che sono arrivato qui facendo tanti sacrifici, tanto lavoro, sconfitte e delusioni. Mi sono sempre rialzato e rimboccato le maniche. Sono arrivato fin qui solo con il duro lavoro». Così Marcell Jacobs risponde alla stampa anglosassone che nelle scorse ore ha avanzato dubbi sulla sua prestazione sui 100 metri alle Olimpiadi di Tokyo 2020, che gli è valsa la medaglia d’oro. 

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Tokyo 2020, Jacobs: «Scarpe “magiche” e doping? Ecco come sono arrivato fin qui»

Marcell Jacobs, dopo la qualificazione della 4×100 per la finale con il nuovo record italiano, ha concesso un’intervista. Il giovane continua a sognare, ha fame di medaglie: «Visto che abbiamo fatto grandi cose, sogniamo anche per domani. Siamo un gruppo super unito, lavoriamo insieme da tanti anni e ci eravamo preparati per conquistare la finale», ha detto l’atleta azzurro, ad un passo da un altro grande traguardo. Difatti l’Italia è nella finale della staffetta 4×100. Il quartetto, composto da Lorenzo Patta, Marcell Jacobs, Eseosa Fostine Desalu e Filippo Tortu, ha ottenuto un terzo posto nella batteria, strappando così il pass con il tempo di 37”95. Nuovo record italiano (il precedente era 38”11 e prima volta sotto i 38”). Le polemiche di queste ore non hanno affatto toccato Jacobs, neppure quelle legate alle scarpe impiegate nel corso della gara di domenica scorsa. Sotto i riflettori le Nike MaxFly, che secondo i più scettici potrebbero far guadagnare qualcosa in fase di accelerazione. Ricordiamo però che queste scarpe sono state approvate dalla World Athletics (la Federazione Internazionale di Atletica). Sulle sneakers ha avuto da ridire anche il campione Usain Bolt. «Le scarpe sono praticamente identiche l’una con l’altra, ho fatto apposta dei test con l’optojump sui 60 metri tra scarpe vecchie e nuove. In realtà è più una sensazione che la scarpa in sé. Dai dati non abbiamo visto nessuna grande differenza: velocità, frequenze, sono le stesse. È più su come riesci ad adattarti alla scarpa, tutto qui», ha detto Jacobs.

Dalla parte di Jacobs il presidente di World Athletics Sebastian Coe: «Le accuse di doping a Jacobs? Sinceramente non leggo tutti i giornali, sono solo speculazioni: riguardo ogni atleta sono fiducioso sulle prestazioni in gara. Abbiamo sistemi antidoping che garantiscono la certezza su ogni prestazione». Coe ha tessuto le lodi dell’atleta azzurro: «Ho seguito i progressi di Jacobs, ha alle spalle un buon sistema di allenamento e un buon coach. Un exploit del genere nell’atletica può accadere: i progressi nel nostro sport sono lineari e statistici». 

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«Lasciare l’Italia per gli Usa? Non ho nessuna intenzione»

Sul finale Jacobs ha ricordato il suo forte legame con l’Italia: «Non ho nessuna intenzione di andare ad abitare negli Usa, perché in Italia mi trovo benissimo, ho tutto quello che mi serve, non l’ho mai pensato. La volontà di andare lì è solo per riallacciare i rapporti con la mia famiglia e passare un po’ di tempo con mio padre, qualcosa che non ho mai vissuto». Leggi anche l’articolo —> Marcell Jacobs accusato di “doping tecnologico” per le sue scarpe