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Due anni dalla morte di Kobe Bryant: la moglie Vanessa cita in giudizio la Contea di Los Angeles

26/01/2022 16:28 - Aggiornamento 26/01/2022 19:06

Sono passati già due anni dalla morte di Kobe Bryant. La leggenda del basket statunitense ha perso la vita il 26 gennaio 2020 in un incidente aereo causato da un errore di valutazione commesso dal pilota del velivolo. Oltre alla stella dell’NBA, nell’incidente hanno perso la vita anche la figlia Gianna e altre sette persone. La scomparsa dell’ex leader dei Lakers ha causato spiacevoli conseguenze che hanno portato la moglie del cestista, Vanessa Laine a citare in giudizio la Contea di Los Angeles per violazione della privacy.  (Continua a leggere dopo la foto).

morte Kobe Bryant

Vanessa Laine contro il vice-sceriffo Joey Cruz per difendere il ricordo della figlia e del marito

Il vice-sceriffo della contea di Los Angeles due giorni dopo la diffusione della notizia della morte di Kobe Bryant, è andato in un locale a bere il suo solito drink. Tra un bicchiere e l’altro, secondo le ricostruzioni fatte, ha usato il cellulare per tutto il tempo per poi rivolgere la parola al barista che lo stava servendo. “Hai seguito la vicenda di Kobe?” ha domandato il vice-sceriffo, aggiungendo: “Guarda… qui con me ho delle foto. Vuoi vederle?”.

Le foto che Joy Cruz ha mostrato al dipendente del locale ritraevano i resti umani dell’ex stella dei Lakers e della figlia. Il vice-sceriffo non si è reso conto in quel momento di cosa avrebbe scatenato. Il barista dopo aver visto le immagini mostrate da Cruz ha iniziato a raccontare l’accaduto ad altri clienti alimentando le voci e trasformando la morte di una leggenda dello sport in un triste pettegolezzo. La Signora Bryant ha perciò deciso di voler citare a giudizio la Contea di Los Angeles per violazione della privacy. L’immagine sopra riportata è stata presa dai video di sorveglianza del locale a testimonianza di quanto dichiarato agli inquirenti dal dipendente del bar.

Il dolore di Vanessa Bryant

“Per me è stato profondamente angosciante sapere che molte persone abbiano ottenuto foto dei corpi di Kobe e Gianna senza alcun motivo” ha detto la vedova del Black Mamba. “Avevo chiesto esplicitamente che l’area fosse messa al sicuro e non è successo. Io voglio che si prendano le loro responsabilità, non ho bisogno di denaro.”

Quando a Vanessa è stata comunicata la triste notizia le uniche sue volontà sono state quelle di non far avvicinare nessuno al luogo dell’incidente. Sono stati però gli stessi quattro poliziotti che lavoravano al caso a scattare numerose fotografie e a divulgarle. “L’impatto dell’elicottero è stato devastante. Non capisco come qualcuno possa avere così poco riguardo della vita umana e così poca compassione. Hanno scelto di cogliere quell’occasione per fotografare individui senza vita e senza aiuto per il loro divertimento malato” ha detto Vanessa parlando con il New York Times.

Kobe Bryant, solamente una parola: grazie

Le dinamiche dell’incidente che portarono alla morte della leggenda Kobe Bryant

E’ stato il pilota Ara Zobayan la mattina del 26 Gennaio del 2020 a provocare lo schianto dell’elicottero dove hanno perso la vita l’ex cestista statunitense, la figlia Gianna e altre sette persone. Gli era stato proibito di attraversare la perturbazione in corso. Ma il pilota “ha continuato il suo volo nelle nuvole” perdendo poi l’orientamento del veicolo. Lo schianto è avvenuto contro la collina vicino a Las Virgenes Road e Willow Glen Street alle 9:45 di quel 26 gennaio.

L’elicottero non era in uno schema di volo controllato quando si è schiantato a Calabasas. A quanto comunicato dagli investigatori, il pilota avrebbe interrotto il collegamento con il radar perchè a quell’altitudine non poteva essere mantenuto. Due anni dopo quel tragico incidente possiamo solo ricordare  Kobe, come un grande un uomo, un grande marito e un grande padre. Un grande amico per chi l’ha conosciuto e una grande leggenda per tutti i suoi fans. Kobe resterà sempre vivo nei nostri cuori.