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Loredana Bertè: «Quando mio padre metteva Beethoven qualcuno veniva menato a sangue»

09/03/2021 12:22

Loredana Bertè padre violento, la confessione choc nel libro “Traslocando – È andata così”. «Lui odiava le donne. Ho visto mio padre picchiare mia madre all’ottavo mese di gravidanza, massacrarla di botte fino a farle uscire il sangue. Metteva Beethoven in sottofondo e quando lo faceva qualcuno in casa veniva menato a sangue». Così in un’intervista di qualche tempo fa Loredana Bertè, parlando del padre Giuseppe scomparso nel 2018. Non l’unica occasione in cui la regina del rock italiano ha parlato della sua infanzia, degli abusi, della violenza subita a 17 anni a Torino, dove si trovava per uno spettacolo con Rita Pavone.

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Loredana Bertè padre violento

Loredana Bertè padre violento: «Quando metteva Beethoven qualcuno veniva menato a sangue»

«Sono cresciuta con la regola del niente: niente giocattoli, niente bambole, niente regali. Niente di niente. Da piccola non mi voleva nessuno. Il mio migliore amico era un cane, Clito, che abbaiava a chiunque si avvicinasse. Io e Clito eravamo soli contro tutti. La sera ci sdraiavamo insieme nel letto e aspettavamo il nostro destino… Il padre a passi lenti attraversava il corridoio. “Nasconditi”, mi pregava Mimì, mentre lui superava il bagno, la cucina e il salone. Ero solo una bambina… Ma chi fosse veramente il padre e quali abissi nascondesse la nostra apparente normalità, io lo sapevo». Si tratta di dichiarazioni fortissime della Bertè, riportate tra i tanti da “Metropolitan Magazine”, arrivate a seguito della morte del padre e contenute nel libro “Traslocando – È andata così”. «Era il mostro che avanzava in silenzio. Era l’uomo nero delle favole. Era il cattivo, il vigliacco che chiudeva la porta per non rischiare che qualcuno lo vedesse. Il porco che aveva un fremito. Il bastardo che sentiva un lampo di piacere. Noi e lui. Soli finalmente. Avevo cinque anni, ero terrorizzata. In canottiera, il padre si metteva comodo e si toccava, nella nostra stanza. Io e Mimì eravamo sveglie, ma facevamo finta di dormire», ha dichiarato lei, parlando di “dittatura del padre”.

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A smentita la cantante la sorella Olivia: «La deve finire…»

A smentire la cantante la sorella Olivia, che in un’intervista a La Nazione ha dato una versione diversa: «Vorrei che emergesse forte il senso del rispetto per Mimì, soprattutto verso i sentimenti che aveva verso nostro padre, che adorava». Stanca delle illazioni sulla sua famiglia Oliva Bertè ha detto: «Io lo amavo e Mimì pure. Non può infangare il suo nome, perché era uno stimatissimo professore. Né quello di mia sorella: sono tutti e due morti e non si possono difendere». A prova di quanto dice Olivia Berte ha citato il riavvicinamento del padre Giuseppe a Mia Martini prima di morire: «Come se fosse stata stupida lì a subire, ma cosa? Loredana la deve finire». 

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Loredana Bertè padre violento, stupro a 17 anni e…

Loredana Berté ha parlato in tempi recenti non soltanto del rapporto del padre, ma anche dello stupro subito agli inizi della sua carriera. Era ancora vergine quando un giovane dalle belle maniere le usò violenza: «Mi portò in un posto del c…, un orribile scantinato. Appena entrammo, chiuse la porta a doppia mandata. Provai ad uscire, ma mi riempì di cazzotti e di calci. Mi violentò, mi strappò i capelli, mi ridusse un cencio. Riuscii ad afferrare un vassoio, glielo spaccai in testa e quando fui all’aria aperta, tutta insanguinata, mi feci portare all’ospedale da un taci. Non denunciai quel pezzo di m… per timore che mia mamma mi desse il resto. Quell’episodio mi segnò, tanto che per quattro anni di uomini non ne volli più sapere». 

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La rockstar contro la violenza sulle donne: «Al primo schiaffo dovete denunciare», l’appello al Festival di Sanremo

La rockstar, per questo, è impegnata nella lotta alla cancellazione della violenza di genere. Sul palco dell’Ariston, quest’anno, avrete notato i tacchi rossi. «Al primo schiaffo dovete denunciare», ha detto la Berté al termine della sua esibizione al Festival di Sanremo 2021. Lei, all’epoca, decise di non rivolgersi alle autorità competenti, per non dare un dolore alla madre: «Me ne sono guardata perché non volevo che mia madre sapesse della violenza, mi sarei sentita in colpa ancora di più perché c’ero andata. Non ho voluto vedere uomini per 5 o sei anni. Sono stata violentata fisicamente ma anche psicologicamente», ha confidato a “Verissimo” la Berté. Leggi anche l’articolo —> Verissimo, Loredana Bertè e il drammatico racconto della violenza subita: «Avevo 17 anni»

 

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