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Marco Vannini processo: Martina Ciontoli sotto accusa ma i suoi avvocati passano al contrattacco

01/12/2020 17:39 - Aggiornamento 02/12/2020 22:43

Omicidio Marco Vannini news: Martina Ciontoli è sotto accusa dopo la deposizione delle motivazioni della sentenza d’Appello bis in cui i giudici le attribuiscono la piena consapevolezza di ciò che accadde all’allora fidanzato Marco Vannini. Contrariamente a quello che ha sempre sostenuto in aula a processo, infatti, la figlia di Antonio Ciontoli avrebbe assistito allo sparo e, nei minuti successivi, aiutato il padre a depistare.

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Martina Ciontoli è la grande accusata

La Corte, presieduta dal giudice Gianfranco Garofano, ha messo nero su bianco le convinzioni che l’hanno portata ad emettere la severa condanna nei confronti di Antonio Ciontoli e famiglia. E per la prima volta viene scritto in sentenza che Martina Ciontoli era in bagno quando il fidanzato è stato attinto da un colpo di arma da fuoco esploso a bruciapelo da suo padre. Finora, infatti, non era mai stata collocata sulla scena del crimine. Lei ha sempre negato siffatta circostanza, ma i giudici dell’Appello bis sono invece convinti che lei abbia visto tutto. Poteva scegliere di soccorrere il fidanzato, invece ha assecondato suo padre aiutandolo “a depistare le indagini, contribuendo ad avvalorare la versione da lui fornita”.

La difesa dei Ciontoli passa al contrattacco

Molto critico l’atteggiamento assunto dai difensori della famiglia Ciontoli dopo aver letto le motivazioni della sentenza che ha condannato Antonio a 14 anni per omicidio volontario con dolo eventuale e la moglie e i figli a 9 anni e 4 mesi per concorso anomalo in omicidio volontario. “Le motivazioni rese dalla Corte d’Assise d’Appello di Roma risultano affette da conclamate illogicità ed erroneità, che giungono ad adattare i dati probatori a convinzioni preconcette estranee al patrimonio istruttorio offerto dal processo”. Così gli avvocati Andrea Miroli e Pietro Messina che preannunciano quelli che saranno i contenuti del già certo ricorso in Cassazione.

 

“Falsità, distorsioni e suggestioni alla base della condanna”

“Il sostenere che gli imputati avrebbero pulito l’abitazione, il bossolo e la pistola, costituiscono, tra le molte altre incongruenze presenti in sentenza, congetture prive di concreti appigli istruttori, che saranno senz’altro oggetto di ferma censura nel prossimo ricorso per Cassazione”. “Confidiamo, infatti, che la Suprema Corte saprà ripristinare quell’inderogabile ordine di principi che purtroppo sembra essere rimasto sullo sfondo delle incommensurabili falsità, distorsioni, suggestioni e spettacolarizzazioni alimentate ad hoc in questa tragica vicenda per cinque lunghi anni”.

Piccate anche le dichiarazioni rivolte alle parole dell’avvocato Celestino Gnazi, legale della famiglia Vannini. “A tal proposito, leggiamo anche le dichiarazioni del difensore di Parte Civile, Avv. Celestino Gnazi, il quale, nel fungere da ‘cassa di risonanza’ delle motivazioni d’appello, e strizzando l’occhio al popolo dei social, è giunto perfino a riferire, tra l’altro, la propria legittima convinzione sul fatto che il prossimo processo di Cassazione saprà rendere la migliore ‘giustizia umanamente possibile’. Quasi ad intendere che un eventuale giudizio favorevole agli imputati possa ritenersi cosa impensabile e ben lontana dalla ‘giustizia’ attesa”. Il caso, quindi, non può dirsi affatto chiuso. (Fonte Baraondanews.it) Potrebbe interessarti anche —> Marco Vannini, suppliche strazianti inascoltate: ripulito l’audio dei Ciontoli