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Caso Yara, Massimo Bossetti “pronto a morire” per dimostrare la sua innocenza: mail disperata

08/06/2020 15:55 - Aggiornamento 08/06/2020 18:30

Massimo Bossetti pronto a morire per dimostrare la sua innocenza. Dopo il ‘no’ della Corte alla analisi dei reperti, il giornalista Giovanni Terzi ha raccolto lo sfogo del muratore bergamasco condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio. Su Libero il cronista ha pubblicato alcuni passaggi del lungo scambio epistolare via mail intrattenuto con Bossetti in questi mesi.

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Massimo Bossetti si dichiara “colpevole di innocenza”

“Voglio avere giustizia. La mia colpa è quella di essere innocente e il vero problema è di essere un cittadino assalito da un terribile errore giudiziario”, scrive il carpentiere bergamasco nelle sue lettere a Terzi. “Voglio avere giustizia, ma la Corte d’assise mi impedisce di provare che il Dna sul corpo di Yara non è mio”. I difensori dell’uomo contestano il recentissimo rigetto della istanza di revisione del materiale genetico, accordata loro dalla Corte d’assise di Bergamo nel novembre del 2019. Un inspiegabile dietrofront della Corte che sta suscitando non poche polemiche.

Resiste per i familiari che non lo hanno mai abbandonato

“Nessuno può capire davvero – dice Bossetti – quanto sia dura sia fisicamente che psicologicamente. Ogni ora è un giorno ed ogni giorno è una settimana e la sofferenza si abbatte giorno e notte nello status di detenuto, aggravato ancor di più da una accusa infamante quale l’omicidio di una povera bambina”. Dove trova la forza per andare avanti? Negli affetti: “Resisto fondamentalmente per i miei cari familiari che non hanno mai smesso di credere in me, per tutte le persone che mi stanno accanto e che mi vogliono bene e soprattutto perché dimostrare la mia innocenza è diventata fonte della mia ragione di vita. Una persona innocente deve essere disposta a tutto, anche a morire, se dovrà essere necessario farlo”.

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Yara, Bossetti “pronto a morire” per dimostrare la sua innocenza

“Non so più a chi ed in che modo io mi debba rivolgere per essere ascoltato e capito…”. Bossetti per l’ennesima volta ribadisce la sua innocenza: Anche se un magistrato mi avrà tolto la libertà di movimento, comunque sia, non potrà mai togliermi la libertà che sta nelle mie ragioni e convinzioni nell’essere innocente”. Poi invoca Dio: “Forse verrò abbandonato da tutti ma non da Dio, con Lui troverò sempre le forze nel lottare giorno dopo giorno a questo crudele massacro giudiziario fino al mio ultimo battito respiro di vita”.

Colui il quale per la giustizia italiana è l’assassino di Yara Gambirasio, non si dà per vinto. Nonostante il duro colpo ricevuto dopo avere appreso che è stata rigettata l’istanza in cui si chiedeva quando analizzare i reperti di indagine, Bossetti è pronto a morire per dimostrare la sua innocenza“Una persona innocente deve essere disposta a tutto, anche a morire, se dovrà essere necessario farlo… “. Potrebbe interessarti anche —> Caso Yara Massimo Bossetti, dalle nuove indagini alla verità sul pool incaricato dalla moglie: intervista all’avvocato Salvagni

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