Giù sia Lega che Fratelli d’Italia. Questi in sintesi i dati dell’ultima media sondaggi pubblicata oggi da Termometro Politico, il sito web specializzato nelle rilevazioni demoscopiche politiche. Negli ultimi sette giorni si è interrotto, non sappiamo se provvisoriamente o meno, il trend di crescita che aveva portato Fratelli d’Italia al secondo posto dietro la Lega. La media dei sondaggi di oggi prende in considerazione la settimana dal 13 al 19 giugno 2021 e mette a confronto le rilevazioni di sei istituti: SWG, la stessa Termometro Politico, Tecnè, Ixè, Euromedia, EMG. (Continua a leggere dopo la foto)
Media sondaggi oggi Termometro Politico: intenzioni di voto al 23 giugno 2021
Secondo la media elaborata da Termometro Politico questa settimana, il partito di Giorgia Meloni è al 19,7%, due decimali in meno della scorsa. Anche quello di Salvini risulta in calo, ma non questa non è una novità. E anzi il 21,1% rappresenta un minimo storico triennale per la Lega.
Il PD non riesce invece a risollevarsi al 19%, mentre il Movimento 5 Stelle ha un rimbalzo e va dal 16% al 16,4%. Una buona performance ce l’hanno i partiti più piccoli, tutti in rialzo. Gli ex partiti di LeU vanno al 3,7%, Azione supera il 3%, al 3,1%, mentre Italia Viva, seppur ancora molto bassa, recupera un decimale e va al 2,4%.
Scenario politico
Il calo della Lega e la costante crescita di Fratelli d’Italia sono un dato di fatto ormai consolidato da alcuni mesi. L’inversione di tendenza di questa settimana non rappresenta infatti ancora un trend e il sorpasso di Meloni ai danni di Salvini è ancora possibile. La formula del centrodestra attuale è logora e i malumori si sentono sia sul versante di centro, leggi Forza Italia, sia all’estrema, con Fdi che scalpita per un ruolo più importante, nonostante sia divisa degli alleati storici nel sostegno al governo Draghi. In questi giorni si parla di una possibile federazione del Centrodestra, ma Forza Italia teme che un’ipotetica “fusione a freddo” con la Lega finirebbe per decretare la sua fine.
A sinistra invece, dopo l’annuncio in “pompa magna” della discesa in campo di Conte come leader, la transizione M5S si è arenata sugli scogli di un difficile scontro con Rousseau e Casaleggio prima e di dissapori tra l’ex premier e il padre fondatore Grillo dopo. Se non bastasse, l’asse con il Pd che ha retto tutto il periodo del Conte bis senza particolari scossoni, vacilla pericolosamente sulle alleanze per le elezioni amministrative. Da Virginia Raggi a Roma, Milano e Torino si allarga la distanza tra Dem e pentastellati: il lavoro di cucitura sinora svolto da Letta e Conte rischia di andare perso.