Monitoraggio Iss oggi, “si osserva una lieve riduzione di incidenza a livello nazionale che rimane comunque alta, insieme ad una decrescita dell’indice di Rt sotto il livello di 1”. Lo sottolinea la bozza del report del monitoraggio Iss-ministero della Salute sull’epidemia di Covid-19 in Italia, relativo alla settimana 22-28 marzo. L’incidenza, dunque, “resta elevata e ancora lontana da livelli (50 per 100.000) che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti”. (prosegue dopo la foto)
Monitoraggio Iss oggi: rischio alto in 6 regioni, moderato in altre 13, a rischio basso solo Bolzano e Basilicata
“Complessivamente il rischio epidemico si mantiene a livelli elevati con 6 regioni che hanno un livello di rischio alto: Calabria, Emilia-Romagna, Liguria, Puglia, Toscana e Veneto”, si legge nella bozza del report settimanale dell’Istituto superiore di sanità. Sono invece 13 le Regioni e province autonome che hanno una classificazione di rischio moderato, di cui 7 ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane.
Si tratta di Abruzzo, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, la provincia autonoma di Trento, Sardegna, Sicilia, Umbria e Valle d’Aosta. Le 7 “ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane” sono Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, la provincia autonoma di Trento e la Sardegna. Una situazione dunque ancora seria che rende necessario il mantenimento delle restrizioni, inevitabili per contenere il contagio e alleggerire la pressione sulle strutture ospedaliere. Con la classificazione a rischio basso restano solo la Basilicata e la provincia autonoma di Bolzano.
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La presenza delle varianti e l’incidenza dei casi
Il report di oggi dell’Iss pone l’accento anche sulla presenza delle varianti della Sars-Cov-2 in Italia, responsabili della terza ondata. “La circolazione di varianti a maggior trasmissibilità – si legge nella bozza del report – è largamente dominante nel Paese il che indica la necessità di non ridurre le attuali misure di restrizione”.
“Si osserva una lieve riduzione di incidenza a livello nazionale che rimane comunque alta, insieme ad una decrescita dell’indice di Rt sotto il livello di 1”, afferma l’Istituto superiore di sanità. L’incidenza, dunque, “resta elevata e ancora lontana da livelli (50 per 100.000) che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti”.