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Negazionisti, infermiera: «Ho visto pazienti morire dicendo ‘Il Covid non esiste, cosa ho?’»

19/11/2020 09:40

Sono risultati positivi al Covid, ma continuano a dire che non esiste. Il negazionismo si spinge oltre, lascia le piazze e arriva nei reparti, in Italia e nel resto del mondo. Negli ospedali al collasso per la seconda ondata, non meno violenta della prima, alcuni pazienti si ostinano a non accettare la realtà del contagio, increduli e convinti al contempo che non possa essere stato il virus a ridurli in quelle condizioni. L’ultima testimonianza arriva dagli Stati Uniti: «Ci sono pazienti che muoiono dicendo ‘Il Covid non esiste, che malattia ho?’», ha detto in un’intervista televisiva alla Cnn Jodi Doering, infermiera di un ospedale del South Dakota, impegnata contro il Covid-19.

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Negazionisti, infermiera: «Ho visto pazienti morire dicendo ‘Il Covid non esiste, cosa ho?’»

«La cosa più tragica è vederli morire increduli: continuano a dire che il coronavirus non esiste anche mentre li sta uccidendo. Le loro ultime parole a volte sono: dimmi la verità, che malattia ho?», ha proseguito l’infermiera, che già su Twitter aveva raccontato la situazione: «Ho una notte di riposo dall’ospedale. Dato che sono sul divano con il mio cane non posso fare a meno di pensare ai pazienti Covid degli ultimi giorni. Ci sono ancora quelli che non credono che il virus sia reale. Ti dicono che deve esserci un altro motivo per cui sono malati. Ti chiamano per nome e ti chiedono perché devi indossare tutta quella ‘roba’ perché il Covid non è reale. Sì. Succede davvero».

Anche in Italia accade: la testimonianza della dott.ssa Petrino

Ma non bisogna andare Oltreoceano: solo qualche giorno fa sulle pagine del quotidiano La Stampa la dottoressa Roberta Petrino, responsabile del reparto di Medicina e Chirurgia d’accettazione e d’urgenza dell’Asl di Vercelli, raccontava di aver avuto a che fare con i negazionisti. «È capitato di doversi confrontare con pazienti che, pur clinicamente positivi e sofferenti a causa del virus, sostenessero che comunque non si trattasse di Covid, interpretando il nostro intervento medico quasi come una costrizione. Pochi, per fortuna, ma è successo», aveva spiegato il medico. Ma perché? «Si tratta di comportamenti difensivi dettati da una paura che è di tipo arcaico, quasi primordiale, tenace. Il timore è talmente insostenibile da portare il soggetto a negare qualsiasi ragione, perfino quando si ammala», ha spiegato all’HuffPost Roberto Ferri, presidente della Società italiana di Psicologia dell’Emergenza. Leggi anche l’articolo —> Berlino, negazionisti ed estrema destra in piazza: “Misure anti-Covid come il Nazismo”