Vai al contenuto

Papà Salis, l’incontro con i ministri italiani: come è andata e cosa succederà adesso

06/02/2024 10:42 - Aggiornamento 06/02/2024 16:46
 padre salis incontro ministri

Il destino di Ilaria Salis è ancora incerto, né i due incontri privati tra il padre della maestra 39enne detenuta in Ungheria e i ministri Tajani e Nordio paiono aver prodotto risultati apprezzabili. Lo stesso Roberto Salis non ha fatto mistero della propria delusione. Vediamo gli ultimi sviluppi della vicenda che ha assunto un ruolo importante nel dibattito politico nazionale e, come vedremo, europeo.(Continua a leggere dopo la foto)
Leggi anche: Ilaria Salis, chi è la maestra detenuta in Ungheria e di cosa è accusata esattamente

 padre salis incontro ministri

Le parole di Roberto Salis

“È andata molto peggio di quanto ci aspettassimo, non vediamo nessuna azione che possa alleviare la situazione di mia figlia. Siamo stati lasciati soli”, così Roberto Salis. E ancora: “Mia figlia resterà molto, penso, in carcere”. Il papà della militante antifascista detenuta in Ungheria, inoltre, parla anche di un “totale scollamento nel funzionamento dello Stato”. Ecco perché: “Oggi il ministro degli Esteri mi sembrava stupito quando gli ho raccontato che l’ambasciata in Ungheria non fornisce un elenco di avvocati per selezionare un difensore”. Frattanto, fonti di entrambi i ministeri citate da la Repubblica fanno sapere che i due ministri hanno evidenziato che i principi di sovranità giurisdizionale impediscono qualsiasi interferenza sia nella conduzione del processo “sia nel mutamento dello status libertatis dell’indagato”, ovvero i domicliari. (Continua a leggere dopo la foto)
Leggi anche: Ilaria Salis, lettera dal carcere di Budapest: sevizie e dettagli raccapriccianti

La posizione del governo italiano

In particolare, il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha rilevato che una interlocuzione epistolare tra un dicastero italiano e l’organo giurisdizionale straniero sarebbe irrituale e irricevibile, mentre Antonio Tajani, Ministro degli Esteri e vicepremier, ha fatto sapere che “attualmente non possiamo chiedere l’estradizione, perché detenuta in carcere. Ma rimaniamo impegnati per garantire un processo giusto”. Insomma, i ministri, come fanno sapere in una nota, sostengono che i principi “di sovranità giurisdizionale di uno Stato impediscono ogni interferenza” del governo italiano, sia nel processo che sulla libertà dell’indagato. Dunque, anche “la richiesta di sostituzione della misura cautelare presso l’ambasciata italiana non è possibile”. Sulla detenzione domiciliare in Italia, invece, ovvero la soluzione prospettata non più tardi di qualche giorno dallo stesso Tajani, Nordio ha precisato che il difensore ungherese dovrebbe “insistere presso l’organo competente per la modifica della detenzione carceraria”, che non prevede la carcerazione domiciliare prima della sentenza.  (Continua a leggere dopo la foto)
Leggi anche: Ilaria Salis, ultimissime: su che cosa si tratta per il rientro in Italia

Lo scontro politico

La questione, come detto, configura l’ultimo campo di battaglia tra l’esecutivo e le opposizioni. Mentre Elly Schlein parla del “grave ritardo” con cui il governo italiano si sta muovendo intorno alla questione, a stretto giro replica Augusta Montaruli di Fratelli d’Italia: “Non accettiamo lezioni da chi in Italia parla a sproposito di fantomatici attacchi alla magistratura e poi, per tornaconto mediatico, sollecita interventi nel potere giudiziario di altre nazioni”.

Il caso approda al Parlamento europeo

L’intera vicenda è anche al centro del dibattito in plenaria al Parlamento europeo. Intervenendo a nome della Commissione europea, circa le condizioni detentive della 39enne, la commissaria Ue ai Servizi Finanziari, Mairead McGuinness, ha preso una posizione netta, dichiarando: “Ci sono stati contatti bilaterali tra l’Italia e l’Ungheria sulla possibilità di alternative alla detenzione nel caso della signora Salis, compresa la possibilità dei domiciliari in attesa del processo. Questa situazione sarebbe in linea con le conclusioni del Consiglio sulle misure alternative alla detenzione”. Altresì McGuinness precisa: le condizioni di trattamento dei detenuti “non devono violare i diritti fondamentali”. La soluzione degli arresti domiciliari viene promossa anche nell’Aula di Strasburgo, dunque. “Sarebbe in linea con le conclusioni del Consiglio sulle misure adottate durante la presidenza finlandese nel 2019”, ancora nelle parole di Mairead McGuinness. 


Leggi anche: Re Carlo ha il cancro, ma non alla prostata: il comunicato ufficiale