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Piacenza, porta le figlie in vacanza e le fa infibulare: indaga la Procura

04/09/2021 11:25 - Aggiornamento 05/09/2021 10:57

Piacenza, porta le figlie in vacanza e le fa infibulare: indaga la Procura. Due sorelline residenti a Piacenza, figlie di una famiglia di migranti, sono state infibulate durante un soggiorno nel Paese d’origine e la vicenda è finita in Procura. Le due bambine erano state portate all’estero dal padre con la scusa di una vacanza. A denunciare la vicenda è stata la madre delle bambine. La donna, che avrebbe ammesso di non essere a conoscenza del piano di suo marito, avrebbe scoperto tutto al ritorno dei tre in Italia. L’infibulazione in Italia è punita secondo la legge del 9 gennaio 2006 e prevede pene fra i 4 e i 12 anni.

Piacenza, porta le figlie in vacanza e le fa infibulare: la vicenda è finita in Procura

Un papà residente a Piacenza, con la scusa di una vacanza, ha portato le sue due figlie nel suo paese d’origine e le ha sottoposte all’infibulazione. Questa pratica è spigata così sull’Enciclopedia Treccani: «Mutilazione genitale femminile praticata da alcuni popoli africani e asiatici allo scopo di impedire alle ragazze rapporti sessuali. Consiste nella escissione parziale o totale dei genitali esterni, dopo la quale i due lati della vulva vengono cuciti con una sutura o con spine in modo che vi sia una restrizione del diametro dell’ostio vulvare; viene lasciato solo un piccolo orifizio che permette la fuoriuscita del flusso dell’urina e del sangue mestruale. Al momento del matrimonio, la sutura viene riaperta chirurgicamente». Tutto ciò, in Italia, è punito per legge e per questo il caso è finito nelle mani della Procura, che ora sta svolgendo le dovute indagini.

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Carabinieri Piacenza

Le parole delle deputate della Lega Elena Murelli e Laura Cavandoli

Le deputate della Lega Elena Murelli e Laura Cavandoli, come riportato da Il Messaggero, hanno dichiarato: «Il caso delle due bimbe infibulate scoperto a Piacenza è l’ennesima vicenda di soprusi sui minori stranieri in Italia per usanze tribali o precetti religiosi che nel nostro Paese non possono essere tollerati. In particolare, le mutilazioni genitali femminili sono una pratica brutale e vietata in Italia dalla Legge che viene spesso aggirata praticando gli interventi nel Paese d’origine come in questo caso. Quello di Piacenza non è purtroppo un caso isolato, come spesso riferiscono le autorità mediche. Quando ci indigniamo per la condizione della donna in Afghanistan, spesso ci dimentichiamo che i talebani li abbiamo da tempo anche in casa anche se non piace parlarne per non turbare il clima politicamente corretto e la narrazione multiculturalista».