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Pier Paolo Sileri: «Zangrillo ha ragione! Numeri truccati in Lombardia? La verità è un’altra!»

02/06/2020 10:01 - Aggiornamento 02/06/2020 10:07

«Non affidiamoci soltanto ai numeri, i malati non arrivano più nelle terapie intensive, consideriamo anche questo e diamo ottimismo. Il dottore Zangrillo ha ragione», con queste parole all’HuffPost il viceministro della Salute Pier Paolo Sileri ha espresso la sua posizione. Il medico e politico sta dalla parte del primario del San Raffaele di Milano: «Quando Zangrillo ha detto che clinicamente il Covid non esiste più, faceva riferimento alla sua attività di primario che lavora in terapia intensiva. Perché non vediamo più i pazienti Covid in terapia intensiva. E perché non vanno? Ci sono diverse ragioni. Da medico e viceministro, la prima cosa che mi viene in mente è l’utilizzo di mascherine, il rispetto della distanza di sicurezza e il lavaggio delle mani. Tre fattori che impediscono il contagio e fanno in modo che il Coronavirus non circoli in maniera forte», ha ribadito Pier Paolo Sileri.

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Pier Paolo Sileri

Pier Paolo Sileri: «Zangrillo ha ragione! Numeri truccati in Lombardia? La verità è un’altra!»

E sulla scia di quest’ondata di notizie positive il governo ha deciso di riaprire i confini della Lombardia, la più colpita dal Covid-19, assieme ad altre regioni: «Milano ha avuto 45 nuovi contagi in tutto. Significa che questo virus non sta circolando in maniera forte. I medici dicono che si tratta di casi che non hanno una rilevanza clinica in termini di posti letto. Zangrillo è l’anello finale lavorando in terapia intensiva ed è per questo che ha fatto quella osservazione che io trovo corretta. Il numero dei decessi è in calo, i medici dicono che non vedono casi gravi da molti giorni, le persone che purtroppo muoiono si trovano in terapia intensiva da diverso tempo. Una cosa è certa, gli ospedali sono meno pieni!», ha spiegato con forza il viceministro della Salute al Governo Conte bis. Una scelta politica quella di sbloccare la situazione in Lombardia. Il consulente scientifico Walter Ricciardi, in un’intervista su La Stampa, aveva manifestato infatti la necessità di aspettare ancora. «Ricciardi ha detto che sulla Lombardia dovevamo essere più cauti perché la Lombardia da sola ha creato la stragrande maggioranza dell’epidemia», ha precisato Sileri, «Ricciardi non ha detto ‘chiudete la Lombardia’ ha detto di fare attenzione perché è la regione con più casi. Ma il monitoraggio viene fatto sui 21 parametri della circolare diffusa dal ministro Speranza, sono questi che indicano la pericolosità del virus. Ricciardi non aveva ancora visto i parametri e gli indicatori principali, questi dati ci hanno detto che potevamo riaprire anche la Lombardia».

Pier Paolo Sileri

«Il vaccino sarà pronto nei primi mesi del prossimo anno»

Qualcuno, in merito ai numeri della Lombardia, ha parlato di cifre ritoccate, poco reali: «Poteva essere così anche un mese fa. C’è l’evidenza dei numeri e c’è l’evidenza clinica, in ospedale i malati non arrivano. Questo è il punto. Ciò non significa togliere la mascherina. Siamo pronti a richiedere piccoli paesi, strutture, un condominio per limitare la diffusione del virus dove si scopre un focolaio», ha ribadito il viceministro della Salute, che sul finale si è espresso sul caso di Alzano e Nembro: «La chiusura delle Rsa poteva essere fatta anche dalla regione Lombardia, vediamo cosa dirà l’indagine delle procura, vedremo quello che dirà. Col senno del poi diventa tutto più facile, si scoprirà che questo virus circolava anche prima». E sul vaccino: «La ricerca sta andando avanti anche veloce. Sarà pronto nei primi mesi del prossimo anno», ha concluso il politico. leggi anche l’articolo —> Alberto Zangrillo: «Locatelli sconcertato? Io riporto la realtà dei fatti»