Popolare Bari arresti: che per il fallimento della Banca Popolare di Bari il management avesse gravi responsabilità era chiaro da tempo. Così come da tempo era aperta l’inchiesta della Procura di Bari, che oggi ha portato all’arresto di Marco e Gianluca Jacobini, ex presidente e vicedirettore della banca, per cui sono stati disposti i domiciliari, e con loro di Elia Circelli, ex responsabile della funzione bilancio e amministrazione della direzione operations della Banca popolare di Bari.
In totale 13 gli indagati
Il tribunale di Bari ha inoltre disposto l’interdizione per un anno dalle funzioni bancarie e dalla dirigenza di società per l’ex amministratore di PopBari, Vincenzo De Busti Figarola. Tra gli indagati – per cui non sono state chieste misure cautelari – figurano anche l’altro figlio di Marco Jacobini, Luigi; Giorgio Papa, ex amministratore delegato; Roberto Pirola e Alberto Longo, ex presidenti del Collegio sindacale; Giuseppe Marella, ex Responsabile dell’Internal Audit. Gli indagati odierni sono accusati, a vario titolo, di falso in bilancio e ostacolo alla vigilanza, per le presunte false comunicazioni inviate alla Consob e alla Banca d’Italia.
Popolare Bari, la Procura: “500 milioni di liquidità inesistente”
Con l’ordinanza eseguita oggi sono state contestate, a vario titolo, ai quattro indagati (Marco e Gianluca Jacobini, Elia Circelli, arrestati, e Vincenzo De Busti Figarola, interdetto) le risultanze investigative emerse dalla attività di analisi condotta sulla documentazione acquisita presso l’Istituto di credito o fornita da Banca d’Italia e dalla Consob nell’ambito delle ordinarie forme di collaborazione istituzionale svolte dagli organismi di controllo e vigilanza, dalle attività di intercettazione di comunicazioni telefoniche e di analisi forense compiute sui computer e server sequestrati nel corso delle indagini, nonché mediante raccolta di informazioni da persone in grado di riferire notizie utili all’accertamento dei fatti.
Nell’ordinanza del Gip che ha portato agli arresti odierni, si legge che la Banca popolare di Bari ha messo in atto “fittizie operazioni di cartolarizzazione consistenti nella cessione di crediti deteriorati ad una società finanziaria, la Chariot Funding LLC, e nel successivo riacquisto da parte della stessa Banca Popolare di Bari, degli strumenti finanziari che detta società aveva messo in vendita allo scopo di finanziare la cessione”.
L’operazione, avvenuta a cavallo dei due bilanci di esercizio, ovvero nel 2017 la cessione dei crediti deteriorati e nel 2018 l’operazione di acquisto dei titoli, apparirebbe, evidenzia la Procura, esclusivamente finalizzata a rappresentare l’esistenza di una liquidità, indicata nel bilancio 2017 pari a 500 milioni di euro, di fatto inesistente in quanto riutilizzata l’anno seguente per il riacquisto dei titoli emessi dalla stessa società di cartolarizzazione. >> Le breaking news