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Pordenone, avvocatessa rinuncia alla difesa dell’uomo che ha ucciso la sua compagna

02/12/2020 19:07 - Aggiornamento 02/12/2020 19:12

«Non posso accettare l’incarico dopo una vita e una carriera spese a promuovere la tutela dei diritti delle donne», con queste parole Rossana Rovere ha rinunciato alla difesa del femminicidaGiuseppe Forciniti, l’uomo che la notte del 26 novembre 2020 ha assassinato la compagna, Aurelia Laurenti, 32 anni, a Roveredo in Piano, in provincia di Pordenone. L’avvocatessa ha deciso di fare un passo indietro per non tradire i propri principi etici.

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Pordenone, avvocatessa rinuncia alla difesa dell’uomo che ha ucciso la sua compagna

Rossana Rovere ha deciso di non accettare la difesa di Giuseppe Forciniti, colpevole di aver ucciso la propria compagna. La legale, già presidente dell’Ordine degli avvocati della provincia di Pordenone, ha spiegato non voler difendere un femminicida reo confesso. Sarebbe come dare un calcio al difficile lavoro suo di questi anni. Sarà un avvocato d’ufficio a prendere il suo posto per assistere Giuseppe Forciniti, che la notte del 26 novembre si è presentato in Questura ancora sporco di sangue. Il femminicidio è avvenuto nella casa in cui la coppia viveva dal 2013. I due figli non erano presenti perché ospiti nella residenza dei nonni materni, ai quali al momento sono stati affidati. Non è ancora chiaro cosa abbia determinato l’atroce delitto: secondo quanto dichiarato dal sindaco mai ai servizi sociali sarebbero giunte segnalazioni di violenza domestica o abusi di altra natura.  Ancora sotto choc i genitori della vittima: «Siamo distrutti, non sappiamo cosa possa essere accaduto, non c’era nulla che lasciasse presagire questo epilogo».

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La vittima si chiamava Aurelia Laurenti

Giuseppe Forciniti ha confessato di aver gettato in un cassonetto dei rifiuti il coltello usato per uccidere la compagna Aurelia Laurenti. Forciniti, come riporta ‘Fanpage’, è un dipendente dell’Azienda sanitaria Friuli Occidentale. Dopo un periodo passato a lavorare come infermiere in una casa di riposo, da pochi mesi aveva preso un impiego nel reparto di Ortopedia del Santa Maria degli Angeli di Pordenone. Come chiarisce “Repubblica” il pm Federico Facchin, che da Pordenone coordina le indagini, gli ha contestato l’omicidio volontario aggravato dal fatto che, con la vittima, questi aveva un rapporto di convivenza stabile. Nelle prossime ore lo stesso magistrato potrebbe decidere di ascoltare testimonianza del più grande dei bambini, sentito ieri in modalità protetta in Questura con l’ausilio di una psicologa. Sul corpo della vittima, trovato dagli agenti della Squadra mobile in una pozza di sangue, il medico legale ha riscontrato otto coltellate. Leggi anche l’articolo —> Covid, il bollettino di oggi: 20.709 nuovi casi e 684 morti, calano ancora le intensive

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