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Draghi mira al Quirinale? Il “segnale” che non è sfuggito a Sorgi: così il premier si è tradito

17/12/2021 17:21 - Aggiornamento 17/12/2021 17:38

Camera con vista Quirinale o si “accontenta” della veduta su Piazza Colonna? È l’annosa domanda che tormenta retroscenisti e politologi impegnati a capire le reali intenzioni di Mario Draghi, che non più tardi di ieri ha incassato anche gli elogi del giornale britannico «The Economist», il quale ha riservato al nostro Paese in passato non sempre parole al miele. Gli antichi si sarebbero affidati all’ornitomanzia, i moderni invece cercano di “rubare” dietro ogni gesto del premier un possibile segnale. Impresa non proprio facile, tenendo conto che il banchiere centrale è sempre misurato nei comportamenti. Quello del low profile, più che una regola d’oro, è uno stile di vita per Draghi, che, non a caso, in passato, era stato soprannominato da qualcuno la Sfinge. Non ricordo in quale biografia di aver letto di testimoni (docenti, banchieri etc…) che asseriscono di aver partecipato ad incontri alla presenza di lui, capacissimo di non muovere alcun muscolo facciale.

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Draghi mira al Colle? Il “segnale quirinalizio” che non è sfuggito a Sorgi: così si è tradito

Alle comunicazioni in Parlamento in vista del Consiglio Europeo il premier Draghi si sarebbe però “tradito”. Marcello Sorgi, noto giornalista italiano, già direttore del Tg1 e del quotidiano «La Stampa» del quale è editorialista, in un articolo, ripreso anche da «Libero», ha rimarcato un particolare, che potrebbe far intuire le mire dell’ex numero uno dell’Eurotower. Martedì Draghi ne aveva di motivi per essere preoccupato – le pressioni della leader di FdI Meloni sul Green Pass e il ‘rimprovero’ dell’Ue per il tampone imposto ai viaggiatori vaccinati – eppure è parso tranquillo. “La sua serenità è fondata su due ragioni”, le parole di Sorgi. La prima “la convinzione che presto di fronte alla rapida diffusione della variante Omicron altri Paesi partner in fatto di controlli dovranno fare come noi”. La seconda, la certezza che atterrato a Bruxelles per il Consiglio europeo, avrebbe avuto modo di chiarire con la Commissione la querelle sul mancato preavviso.

Quirinale draghi

Omicron, il premier: «Occorre mantenere questo vantaggio a protezione del nostro Sistema sanitario nazionale»

Cosa che, di fatto, poi è avvenuta. Draghi non ha fatto alcun passo indietro e ha spiegato agli altri 26 leader che la misura era ed è frutto della necessità. Il premier ha elencato i numeri del Covid, a cominciare dai 135mila morti, per poi aggiungere: «Occorre mantenere questo vantaggio a protezione del nostro Sistema sanitario nazionale». D’altronde Omicron dilaga e Draghi, incaricato da Mattarella di portarci fuori dall’emergenza sanitaria ed economica, non ha problemi a tirare fuori dal taschino il «Whatever it takes» quando serve. Che va bene procedere insieme, ma gli interessi nazionali prima di tutto: sembra aver voluto dire tra le righe il premier al Consiglio Europeo. “Una mossa che da alcuni osservatori viene interpretata anche come una captatio benevolentiae nei confronti del centro destra in chiave Quirinale. Lo scontro con l’Europa sulla protezione delle frontiere dai No vax stranieri può essere un tema che lo pone in sintonia con la coalizione che sulla carta ha i numeri più alti per imporre una propria candidatura sul Colle”, come ha osservato Salvatore Dama in un articolo uscito stamani su «Libero». Vuole convincere di essere un “patriota”? Qualcuno non ha dubbi a riguardo, altri ci scherzano su, come quando si trattò della battuta sul “Campari”. Ma torniamo al “retroscena” di Marcello Sorgi su «La Stampa», che sembra suggerire l’esatto contrario…

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Mario Draghi mira al Quirinale? L’atteggiamento in Aula fa pensare ad altro: “Concentrato sui problemi quotidiani e sui molti impegni”

Secondo quanto riferisce Sorgi il premier pare totalmente rapito dal suo compito a Palazzo Chigi. “Draghi non sembrava in nessun modo distratto dalla prossima scadenza del Quirinale semmai concentrato sui problemi quotidiani del suo lavoro da premier e su molti impegni interni e internazionali che lo attendono, tra la fine dell’anno e l’inizio di quello nuovo”, ha scritto il giornalista nel suo editoriale. Ed effettivamente l’economista ha parlato dell’immigrazione, del rincaro delle bollette, dei prossimi appuntamenti a febbraio. Dunque? Nessun segnale “quirinalizio”. Davvero Draghi vuol restare a Palazzo Chigi, continuando a svolgereil ruolo scomodo del “banchiere prestato alla politica”? L’indole da “civil servant” lo porterebbe verso un sì. «L’Economist» ha incoronato l’Italia ‘Paese dell’anno’: “È cambiata” con lui, “un premier competente e rispettato a livello internazionale” e non si può negare che “sia migliore di un anno fa”. Saranno bastate queste “sviolinate”, pardon “riconoscimenti”, a far dimenticare a Mario Draghi il Quirinale? Che sia già tramontato quel desiderio? Come passa ogni bel sogno? Non manca ormai molto alla scadenza del mandato del capo di Stato Mattarella, la partita è tutta da giocare e si preannuncia già come uno spettacolo imperdibile. Quasi da pop corn se non fosse che di mezzo ci sono le sorti di un Paese. Leggi anche l’articolo —> Quirinale, Mastella: “Draghi al Colle solo se la legislatura arriva a scadenza naturale nel 2023”

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