Il negoziato sul budget europeo tra Parlamento e Consiglio non si sblocca. «Ci mandano in terapia intensiva» titola ‘Dagospia’. Ed effettivamente la trattativa sul dossier del Recovery Fund resta lì, come sospesa in un limbo, noncurante di ritardi e richieste. Ferma allo stesso punto, congelata. Ieri, giovedì 15 ottobre 2020, al vertice a Bruxelles il presidente dell’Europarlamento David Sassoli ha cercato di sollecitare i leader dei Paesi membri a trovare un accordo, chiedendo 39 miliardi in più per finanziare i principali programmi del bilancio. Ma il suo tentativo di «buttare la palla al centro» non è servito: subito è arrivato impetuoso il no della Cancelliera tedesca Angela Merkel, che ha trovato il sostegno degli altri capi di Stato.
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Recovery Fund Ue, trattativa congelata: fondi per l’Italia forse ad inizio 2021
«Abbiamo bisogno rapidamente di risultati» nei negoziati sul bilancio Ue per «garantire di avere davvero gli effetti del Next Generation Eu all’inizio del prossimo anno», ha affermato Angela Merkel. «Le prospettive finanziarie per i prossimi sette anni sono strettamente correlate al Next Generation Eu e alla decisione sulle nuove risorse comuni», ha spiegato la cancelliera tedesca. David Sassoli ha avvertito che la situazione sanitaria in Europa è talmente preoccupante che presto persino i soldi dell’accordo di luglio potrebbero non essere sufficienti.
«Gli strumenti messi in campo sono urgenti, ma non siamo in grado di dire se saranno sufficienti. Non è escluso che debba aprirsi una “fase due”, che richieda l’adozione di strumenti ancora più significativi rispetto a quelli adottati», ha detto il presidente dell’Europarlamento al tavolo del Consiglio europeo. Un aggiustamento per risollevare l’Europa dalla crisi di circa 16-17 miliardi, che ha fatto storcere il naso ai leader dei paesi membri. Il rigetto è stato unanime: come si legge oggi in un articolo pubblicato su ‘La Stampa’, oltre a Merkel sono intervenuti, tra gli altri, il portoghese Antonio Costa e lo spagnolo Pedro Sanchez: «Non possiamo riaprire l’accordo di luglio».
Il presidente dell’europarlamento Sassoli ha cercato di sollecitare i leader a trovare un accordo, ma invano
«Non è escluso che debba aprirsi una “fase due”, che richieda l’adozione di strumenti ancora più significativi rispetto a quelli adottati», hanno fatto sapere dal Consiglio. Ma a ritoccare l’accordo di luglio non se ne parla. Altro che accelerazioni e soldi ad inizio 2021. A mettere altra paglia al fuoco la visita di martedì a Roma di Ursula von der Leyen rinviata (al 99%) per la positività al Covid di un suo collaboratore, che l’ha costretta a lasciare il summit e mettersi in quarantena.
Recovery Fund Ue, ai partiti resta da discutere come spendere circa 10 miliardi
Lo spettro di «spendere male» i soldi del Recovery Fund si fa sempre più presente. A mezzanotte è scaduto il termine per la presentazione dei documenti programmatici di bilancio da parte di tutti gli Stati dell’Eurozona e si sa che la fretta è cattiva consigliera. L’Italia, col fiato sul collo, stando a quanto riportato da ‘Linkiesta’ “dovrebbe essere l’ultima a spedire il testo, fra sabato e domenica. Un ritardo motivato dal fatto che per arrivare a una sintesi non sono stati sufficienti due vertici di maggioranza. Oggi ce ne sarà un terzo, nella speranza di appianare le divisioni nella maggioranza”.
Dei 40 miliardi a disposizione, quelli già impegnati in misure di emergenza sono oltre la metà della dote di deficit aggiuntivo da 23 miliardi. Ormai c’è poco da decidere: ai partiti resta da discutere come investire circa 10 miliardi. E il timore della ‘seconda ondata’ certamente complica di gran lunga le cose. Leggi anche l’articolo —> Conte: «Non chiederemo i soldi all’Europa per abbassare le tasse»