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Strage di Alcamo Marina, Giuseppe Gulotta: «22 anni di carcere da innocente»

28/10/2021 10:40 - Aggiornamento 28/10/2021 10:46

«’Dai confessa, sappiamo tutto’. Sembrava uno di quei film in cui c’è il poliziotto buono e quello cattivo: uno cerca di convincerti con le parole, l’altro con le mazzate». Su «Il Corriere della sera» l’intervista di Walter Veltroni a Giuseppe Gulotta, che è tornato a parlare della strage di Alcamo Marina, in provincia di Trapani. Era il 1976, tutto si consumò in una caserma. Gulotta voleva essere reclutato nella Guardia di Finanza. Aveva diciotto anni, era andato a Roma. Gli avevano detto che era andato bene, per quello si aspettava di essere assunto. Invece, come osserva Veltroni, quello “Stato che voleva servire lo ha sbattuto in galera per 22 anni, innocente”. Emblema di un’ingiustizia. La strage di Alcamo Marina, come pure gli omicidi politici di Reina, Mattarella e La Torre, rappresenta uno dei tanti «buchi neri» della storia giudiziaria del nostro paese.

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Strage di Alcamo Marina, Giuseppe Gulotta: «22 anni di carcere da innocente», l’intervista al “Corriere della Sera”

«Quando, la sera del 12 febbraio del 1976, sono venuti a prendermi, i carabinieri mi hanno detto che avevano bisogno di me per informazioni. Mi è sembrato normale: ho pensato che, giustamente, la Guardia di Finanza voleva sapere tutto di me, prima di farmi indossare la divisa grigioverde. Ma quando sono uscito fuori, erano le dieci di sera, c’erano troppe macchine ad attendermi», ha spiegato Giuseppe Gulotta, ripercorrendo a ritroso quella terribile notte che ha cambiato la sua vita. «A fine gennaio erano stati uccisi due ragazzi dell’Arma, nella caserma di Alcamo Marina. Trucidati. Si chiamavano Salvatore Falcetta e Carmine Apuzzo, uno aveva 35 anni, l’altro solo 18. La mia stessa età. Un assassinio che sconvolse la mia città, la Sicilia e l’Italia intera. Mi portano in caserma e lì mi tengono in una stanza un paio d’ore. Io chiedevo perché mi trattenessero, ma loro mi intimavano di stare zitto e che prima o poi mi avrebbero detto le ragioni», ha ricordato l’uomo. L’inizio di un incubo: «All’improvviso, verso la mezzanotte, si apre la porta ed entra un bel numero di carabinieri. Mi afferrano con forza, mi mettono su una sedia. Mi legano mani e piedi alla sedia e iniziano a bastonarmi e a tirarmi pugni e schiaffi».

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«La mattina sono svenuto, il mio fisico non ce l’ha fatta più»

«A un certo punto mi dissero che ero accusato dell’assassinio dei due carabinieri di Alcamo Marina. Io continuavo a gridare, in quella notte infame, che non sapevo nulla, non c’entravo nulla. Ero un ragazzo di diciotto anni e volevo solo tornare a casa mia», ha raccontato Giuseppe Gulotta. Aveva 18 anni, era terrorizzato: «La mattina sono svenuto, il mio fisico non ce l’ha fatta più; me la sono anche fatta addosso. Quando sono rinvenuto gli ho detto che avrei confessato quello che volevano, tutto quello che volevano, purché la facessero finita. È così che mi sono autoaccusato». Gli hanno tirato pugni, schiaffi, calci. Gli hanno anche puntato una pistola sulla faccia; sono arrivati a strizzargli i testicoli. «Mi urlavano di farmela pure addosso, dopo una notte intera, che tanto non mi avrebbero mai fatto andare in bagno», le parole di Gulotta. «Il mio nome lo aveva fatto un ragazzo che conoscevo, al quale i carabinieri avevano inflitto la stessa pena», la precisazione.

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Strage di Alcamo Marina, Gulotta: «Avevo solo 18 anni, ero un ragazzo. Quando sono stato assolto ne avevo 55»

La verità su quella drammatica notte la racconterà alla Commissione Antimafia Nicola Biondo, un giornalista. Il processo di revisione ha avuto inizio nel 2010. Grazie alle testimonianze e alle intercettazioni dei sospettati si è arrivati ad una svolta. Due anni dopo viene decretata l’assoluzione per tutti. «La sentenza è arrivata, è assurdo, esattamente lo stesso giorno del mio arresto. Ma trentasei anni dopo. Ventidue dei quali trascorsi in carcere. Anni che ho regalato allo Stato. Ho perduto il mio tempo migliore. Avevo diciotto anni, ero un ragazzo. Quando sono stato assolto ne avevo cinquantacinque. Una vita spezzata a metà», ha rimarcato Gulotta. Leggi anche l’articolo —> Roma blindata per il G20, allerta massima e scuole chiuse: shopping notturno per le first lady

 

 

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