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Tregua fiscale, le multe restano fuori? L’ultima parola ai comuni

24/12/2022 11:07

Tregua fiscale 2023 ultime notizie, dopo la maratona pre-natalizia alla Camera, tra pasticci e liti, è stato approvato il maxi-emendamento del governo con le ultime modifiche alla Legge di Bilancio 2023 che ora passa al Senato per l’approvazione definitiva in calendario per il 27 dicembre 2022. Ci sono novità per le misure della cosiddetta tregua fiscale. La più importante è lo spostamento al 31 marzo 2023 dell’avvio della rottamazione delle cartelle esattoriali (la “quater”). Dentro a questo provvedimento è contenuta anche la rottamazione delle cartelle relative alle multe stradali, che va ad aggiungersi alla cancellazione delle cartelle fino a 1000 euro.

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Tregua fiscale 2023, cancellazione multe stradali: l’ultima parola ai comuni, ma riguarda solo interessi e aggio

La cancellazione delle mini cartelle fino a 1000 euro è stata rivista nel passaggio alla Camera della manovra: come detto sono stati allungati a 2 mesi i termini in cui l’operazione dovrà essere effettuata l’operazione. Per quanto riguarda la rottamazione delle cartelle, la misura è stata estesa anche alle multe stradali, ma lo sconto toccherà solo gli interessi e l’aggio.

L’emendamento del governo concede la possibilità ai Comuni di decidere di non applicare la norma che riguarda la cancellazione di multe e sanzioni amministrative sotto i mille euro, ed è dunque prevista l’introduzione di “una differente applicazione per i crediti affidati dagli enti diversi dalle amministrazioni statali, dalle agenzie fiscali e dagli enti pubblici previdenziali”.

Le violazioni del codice della strada e altre sanzioni amministrative “diverse da quelle irrogate per violazioni tributarie o degli obblighi relativi ai contributi e ai premi dovuti agli enti previdenziali” potrebbero essere escluse dallo stralcio delle cartelle fino a mille euro. In questi casi “l’annullamento parziale si applicherà limitatamente agli interessi” si legge nella bozza. La modifica è stata pensata per andare incontro alle preoccupazioni dei Comuni per l’impatto che una norma del genere (considerando che il 90% dei crediti comunali non supera i mille euro) avrebbe sulle casse locali.