Il 27 Dicembre 2020 è partita la tanto attesa campagna di vaccinazione Covid che ha portato di nuovo speranza in un mondo messo in ginocchio dalla pandemia. Le regioni italiane hanno già effettuato le prime dosi di vaccino e per ora tutto sembra procedere al meglio nella maggior parte dei casi. In una regione però ci sono state alcune perplessità. Le vaccinazioni Covid in Lombardia sembrano essere partite più lentamente rispetto al resto del Bel Paese. La discussione, come riportato dal Corriere della Sera, gira intorno a quel 3% di somministrazioni già eseguite rispetto alle 80.595 mila dosi a disposizione. L’assessore al Welfare lombardo Giulio Gallera ha immediatamente chiarito questa intrigata questione.
Leggi anche –> Vaccinazioni a rilento in Italia, il Governo alle Regioni: “Dovete correre, anche di notte”
Vaccinazioni Covid: la Lombardia sembra procedere a rilento
Per quanto riguarda le vaccinazioni Covid, la regione Lombardia è stata accusata di una falsa partenza. A muovere le accuse è stata l’opposizione locale (Pd e 5 Stelle) che ha parlato di un’ennesima brutta figura. L’assessore al Welfare lombardo Giulio Gallera, come riportato dal Corriere della Sera, ha immediatamente risposto alle accuse: «Chi utilizza delle graduatorie riferite a tre giorni, di cui uno festivo, per continuare a cavalcare polemiche pretestuose, dimostra assenza di responsabilità istituzionale e politica. La nostra agenda prevede almeno 10 mila vaccinazioni al giorno. Un numero che, con tutte le strutture a regime, potrà salire in questa prima fase tra personale medico e ospiti di Rsa fino a 15 mila».
Come mai una partenza “rallentata”?
Perchè le vaccinazioni Covid in Lombardia hanno avuto una partenza “rallentata”? La Lombardia, come spiegato dal Corriere, ha optato per una distribuzione su 65 hub. Una strategia che pagherà nel lungo periodo, ma che non ha favorito una rapida partenza. A causa di diverse motivazioni, tra cui anche il maltempo e i giorni rossi sul calendario, la Lombardia ha eseguito solo il 3 per cento dei vaccini già inoculati in Italia. Sempre come riportato dal Corriere della Sera, Giulio Gallera ha precisato: «Una scelta ponderata, motivata anche dal fatto che nei giorni delle festività parte del personale ha goduto di un sacrosanto riposo, visto che dal mese di febbraio, come in nessun altra regione italiana, è sotto pressione per la violenza con cui il virus ha colpito il nostro territorio». >> Altre News