Vaccino AstraZeneca e fake news. E’ proprio il caso di dirlo, in questi giorni ne abbiamo sentite e lette un po’ di tutti i colori. La colpa però sta anche nell’informazione contraddittoria fornita dalle autorità sanitarie che certo non ha aiutato ad evitare la diffusione di notizie distorte e vere e proprie fake news sul siero prodotto dalla casa anglo-svedese in collaborazione con l’Università di Oxford. Oggi ci viene in aiuto l’AdnKronos Salute che pubblica un dettagliato articolo di “debunking” sul vaccino AstraZeneca grazie al contributo dell’immunologo Mauro Minelli. Ve lo proponiamo in sintesi. (segue dopo la foto)
Vaccino AstraZeneca prima fake news: il legame con gli eventi trombo-embolici
Domani è il giorno del giudizio per il vaccino AstraZeneca, sospeso in via precauzionale in Italia e in alcuni Paesi dell’Ue, l’Ema infatti dovrebbe pronunciarsi dopo l’indagine avviata per fare chiarezza sui casi di trombosi in persone immunizzate. Lo stop momentaneo ha avuto l’effetto di far riemergere i dubbi latenti sui vaccini e amplificare la paura in chi ha fatto la prima dose.
Il percorso di questo vaccino è stato però travagliato fin dallo sviluppo, con errori metodologici nella prima parte della sperimentazione che ne hanno ritardato l’arrivo, per arrivare al presente con i lotti sequestrati. Problemi che hanno permesso a chi avvelena i pozzi dell’informazione, con fake news e bufale sui vaccini anti-Covid, di cavalcare le paure.
“E’ data per certa una relazione causa-effetto tra malattia Covid-19 e infiammazione vascolare diffusa (vasculiti) con correlati eventi trombo-embolici, ma non tra vaccini anti-coronavirus ed episodi trombotici – avverte Minelli – anche perché tra le tante persone che dopo il vaccino AstraZeneca si sono precauzionalmente sottoposte ad esami ematochimici finalizzati a valutare l’assetto coagulativo, non risultano alterazioni degne di nota nemmeno tra i soggetti con suscettibilità genetica alla trombofilia”. Legame, tra Covid e eventi trombo-embolici, sottolineato anche dal decano dei farmacologi italiani, Silvio Garattini.
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“La causalità con i decessi non è dimostrata, ci vuole tempo”
Le bufale più cliccate sono quelle che legano temporalmente la vaccinazione con alcuni decessi. “Non ci si può basare esclusivamente sul dato temporale per affermare con matematica certezza che ci sia un legame tra vaccino effettuato e reazione avversa eventualmente intervenuta, senza avere dimostrato una chiara causalità tra le due cose”, spiega l’immunologo.
“E per dimostrare con convincente certezza la causalità – prosegue Mauro Minelli – ci vuole del tempo che giustamente l’Ente regolatorio si è preso prima di autorizzarne di nuovo l’impiego dopo le morti denunciate. D’altro canto se, diversamente da quel che è accaduto in altri Paesi, l’Italia non avesse deciso per una sospensione precauzionale della vaccinazione, sarebbero piovute accuse di
inadempienze rispetto all’adozione delle più corrette misure di sorveglianza”.
AstraZeneca, la fake news sul “vaccino che contiene il virus”
“Altra fake news abbastanza diffusa è che, siccome sintomi frequenti post vaccino AstraZeneca sarebbero febbre alta, mal di testa, dolori diffusi e poi anche coaguli di sangue capaci di produrre trombosi, il vaccino può generare conseguenze simili a quelle prodotte dal Sars-Cov-2 nei pazienti post-Covid perché contiene un minimo di virus che viene somministrato col vaccino”, rimarca Minelli.
Il vaccino AstraZeneca e tutti gli altri vaccini a vettore virale sono costituiti da un virus diverso dal coronavirus. “In particolare – spiega Minelli – si tratta di un adenovirus di scimpanzé, cioè di un virus responsabile del raffreddore nelle scimmie, ma reso incapace di riprodursi e, dunque, del tutto innocuo per il soggetto ricevente.
“Quell’adenovirus modificato, però – spiega l’immunologo – è capace di impartire al sistema immunitario della persona che si sottopone a vaccino le giuste ‘istruzioni’ per produrre la famosa proteina ‘spike’, quella che consente al Sars-Cov-2 di entrare nelle cellule umane e generare danno. Succede, così, che il sistema immunitario del soggetto vaccinato individui come estranea (non self) la proteina prodotta grazie alle informazioni fornite dall’adenovirus trasportatore e, dunque, risponda producendo anticorpi che andranno poi a neutralizzare il vero coronavirus responsabile della Covid-19, nel caso in cui questo dovesse contagiare quell’organismo”.
“E’ importante sottolineare che l’adenovirus di cui è composto questo vaccino non può replicarsi e, dunque, non causa malattia né la trasporta, semplicemente per il fatto che è un adenovirus e per giunta inattivato, di conseguenza non è in grado di provocare nemmeno uno starnuto”, conclude Minelli. >> Le notizie sulla salute