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Vaccino Covid, Burioni: «Ritardo nella consegna significa morti», l’affondo ad Arcuri

01/02/2021 10:02 - Aggiornamento 01/02/2021 10:07

Vaccino Covid Burioni – 1 febbraio 2021. «Un ritardo nella consegna di vaccini significa morti». Sono queste le parole del professor Roberto Burioni durante la trasmissione Che tempo che fa. L’esperto ha detto la sua dopo l’intervista di Fabio Fazio al commissario straordinario per l’emergenza sanitaria Domenico Arcuri. «Mi ha colpito l’utilizzo di un avverbio, che dobbiamo accettare ‘serenamente’ che ci siano meno vaccini. Posso accettare serenamente la foratura di una gomma, ma se vado da un paziente in ospedale e gli dico che non ho gli antibiotici per curarlo, lui non lo accetta serenamente», ha sottolineato il virologo.

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Vaccino Covid Burioni: «Ritardo nella consegna significa morti», l’affondo ad Arcuri

«Bisogna dire le cose come stanno e chiamare le cose con il loro nome: un ritardo nella consegna di vaccini significa morti. Capisco ci siano difficoltà, ma quando a Kennedy dissero che ci voleva tempo per andare sulla Luna, lui disse ‘allora cominciamo subito’. Noi non possiamo non andare sulla Luna, i vaccini sono indispensabili. Io sono a favore del giusto profitto, chi ha lavorato e rischiato deve avere un compenso, ma questo non può venire prima della vita umana. Siamo riusciti a fare qualcosa di incredibile e non riusciamo a produrla?», ha tuonato Burioni.

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Il commissario Arcuri: «L’Italia è stato il Paese che si era comportato meglio in Europa»

Da Fabio Fazio il commissario Arcuri, infatti, ha spiegato come è cambiato il piano vaccinale dopo i vari ritardi e tagli delle dosi anti Covid: «Abbiamo iniziato con uno schema che prevedeva l’arrivo nel primo trimestre di 28,3 milioni di vaccini. Stiamo lavorando con uno schema che prevede nel primo trimestre l’arrivo di 11,2 milioni di vaccini, oltre il 60% in meno». A proposito dei tagli di Pfizer, Arcuri ha detto: «L’Italia è stato il Paese che si era comportato meglio in Europa, era il Paese che aveva fatto più vaccini. In media ne faceva 80mila. Dopo l’annuncio se ne sono fatti 34mila in media, anche perché le Regioni hanno iniziato a conservarsi la seconda dose». Quanto al «vaccino di AstraZeneca, che dobbiamo somministrare alle persone fino a 55 anni, è una opportunità importante per ridurre la moltiplicazione contagi». Leggi anche l’articolo —> Covid, il bollettino di oggi: 11.252 nuovi casi e 237 morti, stabili le intensive