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Vaccino Covid dubbi dei medici di base: «Senza dosi non cominciamo», alcuni si defilano

23/02/2021 12:01 - Aggiornamento 23/02/2021 12:05

Vaccino Covid – Martedì 23 febbraio 2021. Tra gli obiettivi principali del governo Draghi accelerare le vaccinazioni. Il neo premier ha siglato un protocollo con medici di famiglia e regioni per far partire una campagna di vaccinazione contro il Coronavirus «nel più breve tempo possibile». Un’iniziativa che dovrebbe coinvolgere almeno 35 mila medici. Come spiega chiaramente “Open” però i nodi da sciogliere sono tanti: alcuni dottori infatti non conoscono ancora dettagli non da poco di questa maxi operazione. Né luoghi, né orari, tantomeno come si dovrà agire. Incognita anche sul numero delle dosi a disposizione: tra l’altro i medici di famiglia hanno detto che inizieranno soltanto quando saranno certi di poter coprire tutti i pazienti.

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Vaccino Covid dubbi dei medici di base: «Senza dosi non cominciamo», alcuni si defilano

Dare il via ad una strategia di questo tipo non sarà affatto facile da attuare. Roberto Rossi, presidente dell’ordine dei medici di Milano, ha detto ad “Open”: «Io sconsiglio di farli all’interno dei propri studi medici. Io sicuramente non lo farò, mi hanno già mandato due diffide perché hanno visto pazienti senza mascherina, figuriamoci adesso con le vaccinazioni…». In più, i medici di famiglia non saranno costretti ad aderire: «Potrà farlo chi ha tempo, io la vedo difficile. Non riuscirei, già adesso lavoro da casa», ha specificato Rossi. Quest’ultimo ha rimarcato poi che il protocollo si presenta troppo generico: «Lascia spazio libero alle Regioni, insomma un documento light», che potrebbe creare delle disuguaglianze nel nostro paese. In Lombardia, ad esempio, le Ats hanno chiesto ai medici di segnalare, in merito agli over 80, chi non è trasportabile, chi è deceduto». Un «lavoro da amministrativi, non il nostro. Noi medici dovremmo pure occuparci della prenotazione per gli over 80, fatto salvo il portale. Una modalità complessa e macchinosa», ha detto Rossi.

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Buone notizie arrivano dal Lazio

Resta il problema delle dosi: «Dipenderà da quante ne avremo. Noi di sicuro non cominceremo fino a quando le dosi non saranno sufficienti per vaccinare i nostri pazienti. Non iniziamo per poi bloccarci in corso d’opera. Siamo pronti, comunque, a gestire tutti i tipi di vaccini, da Astrazeneca, che è il più semplice, ai più particolari Pfizer e Moderna», ha detto Domenico Crisarà, medico di base a Padova e vice segretario nazionale di Fimmg (Federazione italiana dei medici di famiglia). Intanto buone notizie arrivano dal Lazio che dall‘1 marzo partirà con le prime somministrazioni – 80 mila dosi – che verranno effettuate dai medici di famiglia. Si parla comunque di piccole cifre: 20dosi a medico, che in tutto sono 4mila nella regione. Da lunedì partiranno pure le vaccinazioni domiciliari con Pfizer: a dare il via le persone nate dal 1956. Leggi anche l’articolo —> Fontana preme per la riapertura come Salvini: «Meglio 4 in un ristorante che 24 in casa»