Che cos’è la variante Delta Plus? Purtroppo della AY.4.2 si sa ancora molto poco. Al momento sono 1.860 le sequenze genetiche depositate nella banca internazionale Gisaid. Il Paese che primo l’ha individuata la Gran Bretagna, anche se qualche caso è stato registrato in Italia, Germania, Danimarca e Russia, ma anche negli Stati Uniti. Sergio Abrignani, ordinario di Immunologia all’Università Statale di Milano e componente del Comitato tecnico scientifico, ad «Agorà» ha detto: «Come sempre accade con le varianti del Sars-Cov-2, anche rispetto alla nuova variante Delta Plus dobbiamo guardare due cose: la trasmissibilità, ovvero qualsiasi variante che sia più trasmissibile della Delta tenderà a prendere il sopravvento, ma questa AY.4.2 non lo è. La seconda se a parità di trasmissibilità la Delta Plus sfugga di più al sistema immunitario e quindi anche ai vaccini. Ma non ci sembra sia questo il caso».
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Che cos’è la variante Delta Plus (AY.4.2): i sintomi
«Non c’è motivo di farsi prendere dal panico. Non è una situazione paragonabile alla comparsa della varianti Alfa e Delta, molto più trasmissibili di qualsiasi altro ceppo in circolazione. Al momento potrebbe esserci un potenziale piccolo aumento di trasmissibilità, che non avrebbe però un impatto simile a quello delle altre due sulla pandemia», le dichiarazioni di Francois Balloux, direttore dello University College London Genetics Institute. Parole rassicuranti anche dalla direttrice dei Cdc (Centers for Diseases Control) americani, Rochelle Walensky, che alla Casa Bianca facendo il punto sulla pandemia, ha spiegato che per ora non ci sono prove che AY.4.2 influisca «sull’efficacia degli attuali vaccini o terapie». Il sottosegretario dalla Salute Pierpaolo Sileri, ospite di ’24Mattino’ su Radio24, ha detto: «Gli studi provenienti dal Regno Unito non ci fanno preoccupare molto sulla variante Delta plus». Sempre Sileri ha osservato però che «la transizione da pandemia a endemia accadrà anche in una parte del 2022. Le mascherine prima o poi le toglieremo ma non è una cosa da fare oggi, lo vedete da quello che sta succedendo in Gran Bretagna».
Quanti casi ci sono finora in Italia
L’aumento della trasmissibilità, infatti, può determinare varianti. Lo sappiamo, per questo bisogna muoversi con massima prudenza per evitare di essere travolti da quello Pregliasco ha definito un «effetto di coda del virus». Il ceppo in questione denominato AY.4.2 (anche se alcuni usano il termine improprio Delta Plus), sotto osservazione in particolare nel Regno Unito, dove corrisponde all’incirca il 6% dei casi sequenziati negli ultimi giorni, è stato riconosciuto anche in Israele. Si parla di ben sei casi al momento. «Non è ancora chiaro quanto sia contagiosa questa variante, ma il fatto che abbia già raggiunto il 10 per cento di tutti i casi in Inghilterra dovrebbe far suonare un campanello d’allarme», ha spiegato l’immunologo Cyrille Cohen, che dirige il Laboratorio di immunologia e immunoterapia dell’Università di Bar-Ilan, al sito di «Ynet».
Variante Delta Plus, cosa sappiamo finora
Come spiega «Rai News» “a contraddistinguere la variante AY.4.2 sono due mutazioni, entrambe presenti nella proteina Spike che il virus utilizza per aggredire le cellule. Una mutazione, nota per essere apparsa più volte nella variante Delta, si chiama A222V, l’altra è la Y145H”. Quali sono i sintomi? Gli stessi del Covid, ma pare essere più contagiosa. Non c’è da allarmarsi però, in base alle indagini finora condotte. L’Organizzazione Mondiale della Sanità non la considera una VOC «variante di preoccupazione» e neppure una VOI «variante di interesse». Sulla nuova variante Delta plus ci sono da noi numeri di sequenze limitati. «Tutto il sistema è in questo momento allertato. Sono stati fatti 86 sequenziamenti al 19 ottobre e sono distribuiti un po’ in tutte le Regioni», ha detto il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro durante la conferenza stampa. Per avere maggiori informazioni sulla situazione epidemiologica rimandiamo al sito ufficiale del Ministero della Salute. Leggi anche l’articolo —> Variante Delta Plus, Pregliasco: «Rialzo Rt e incidenza? Primi segnali di un colpo di coda»