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Vittorio Brumotti dopo l’aggressione: «Quando mi sono venuti addosso ho visto la ‘ndrangheta»

26/05/2020 09:25 - Aggiornamento 28/05/2020 16:22

Non smette di denunciare Vittorio Brumotti nonostante l’ennesima aggressione subita: in sella alla sua bicicletta l’inviato di Striscia la notizia si schiera a muso duro contro la ‘ndrangheta, responsabile – a suo dire – del controllo del 90% del mercato della coca nella zona luogo dell’aggressione. Brumotti stava documentando, come ormai di consueto, lo spaccio di droga in Porta Venezia, a Milano, quando è stato colpito in modo violento dagli spacciatori. Prima dell’aggressione, avevano cominciato a lanciargli contro pietre e bottiglie. Vittorio ha raccontato di essere svenuto per qualche secondo. È stato dimesso dopo esser stato trasportato all’ospedale Niguarda.

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vittorio brumotti aggressione

Vittorio Brumotti dopo l’aggressione: «La colpa dello spaccio è degli italiani: la ’ndrangheta controlla il 90% del mercato»

«Per rigenerarmi sono tornato sul luogo del misfatto con la mia mascella mezza distrutta: – ha detto Brumotti al Corriere dopo l’aggressione – è il mio modo per superare il trauma. Poi sono andato a villa Necchi, una delle meraviglie del Fai, a rifarmi gli occhi, per riempirli di cose belle. Mi hanno colpito al volto in modo violento con il bastone della mia go pro, una botta fortissima. Sono svenuto per qualche secondo, ora ho lividi qua e là. C’erano tanti ragazzi di colore. Ma non sopporto le generalizzazioni. Sono di colore anche i tanti ragazzi che ci hanno portato il cibo a casa con Glovo per soddisfare i nostri vizi. La colpa dello spaccio è degli italiani: sono loro i primi consumatori di droga, spesso padri di famiglia che vanno a comprare cocaina per il loro sballo. E italiano è il business: la ’ndrangheta controlla il 90% del mercato della coca. Quando mi sono venuti addosso non ho visto dei piccoli spacciatori, ho visto la ’ndrangheta».

 

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Alle volte va così ?! Andiamo avanti e riappropriamoci del territorio e non lasciamo nessuno indietro ❤️

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«Molti pensano sia un esaltato o un incosciente, ma anche se non andassi in onda farei questo lavoro»

Alla domanda (lecita): “Ma chi glielo fa fare?”, la risposta di Brumotti si rifà ad una sorta di vocazione, “come la fede per i preti”. «Mio papà – spiega – è un ex carabiniere, mio zio era un generale dei carabinieri. Il senso delle regole ce l’ho nel sangue. Molti pensano sia un esaltato o un incosciente, ma anche se non andassi in onda farei questo lavoro. Non lo faccio per apparire e non lo faccio nemmeno per soldi. Quello che guadagno dal programma lo reinvesto per fare sempre ricerche sul territorio.

Mi hanno minacciato di morte in tutti i modi, – prosegue – ma non mi fermo perché se no hanno vinto loro. Il mio obiettivo è risvegliare le coscienze, il mio motto è andare a riprendersi il territorio dove comandano le mafie. Le mafie vanno ridicolizzate e Striscia ha trovato la chiave ironica giusta, con questo personaggio che va in bicicletta nei luoghi dello spaccio. Vado a saltellare davanti a loro e li rendo ridicoli». Candidato per l’Ambrogino d’oro – il massimo riconoscimento per un cittadino milanese – Vittorio, su Instagram, risponde così: “Ambrogino d’oro? Quest’anno se lo meritano solo medici e infermieri, che dite? Grazie a tutti davvero!”. >> Striscia la notizia Mara Venier fuorionda inedito: «Vi butto fuori a calci nel cu***, vergognatevi»