«Da Lombardo devo ammettere che invidio i napoletani che hanno avuto solo il colera, roba piccola in confronto al Corona». Questo messaggio è uno dei tanti tweet del direttore di Libero Quotidiano Vittorio Feltri che ha destato maggiormente scalpore sui social nelle ultime ore. Il giornalista bergamasco sin da quando sono emersi i primi casi di COVID-19 in Italia non ha perso l’occasione per attaccare, neppure troppo velatamente, il governo per le modalità con cui è stata gestita l’emergenza coronavirus. Vero è che in 24 ore le persone infette sono raddoppiate e il nostro paese è salito al terzo posto per numeri di contagi nel mondo. Questi sono dati reali, non congetture. Il premier Giuseppe Conte dal canto suo si è difeso spiegando: «Non siamo impreparati la mia sorpresa è dovuta al fatto che c’è stato un picco da un giorno all’altro. Abbiamo sempre lavorato in vista di una potenziale diffusione, non improvvisiamo nulla e abbiamo dei piani».
Vittorio Feltri attacca il governo: «Abbiamo fatto entrare tutti, anche il coronavirus»
Nel suo lungo editoriale Vittorio Feltri però è tornato a “premere sull’acceleratore” e ha espresso la sua opinione sulla diffusione del COVID-19 nel Nord Italia. Nel mirino l’attuale esecutivo che avrebbe fatto poco per diminuire il contagio: «Continuano gli sbarchi al grido di accogliamo tutti. Peccato che abbiamo spalancato le porte anche al virus sottovalutandone per giorni e giorni la gravità. Coloro che avvertivano il pericolo di una epidemia e raccomandavano la chiusura delle scuole nonché severi controlli per evitare il dilagare dell’ infezione sono stati a lungo sbeffeggiati quasi fossero degli uccelli del malaugurio, mentre avevano ragione da vendere. Milano e altre città del Nord ieri erano semideserte, la gente trema e si difende come può, ascolta i consigli dei cosiddetti esperti sperando di cavarsela. Il governo è intervenuto in ritardo e intanto il morbo ha colpito in breve ben oltre 150 persone e minaccia di colpirne molte altre».
E ancora: «I pessimisti affermano che gli infettati raggiungeranno presto quota 500. Gli ottimisti gettano acqua sul fuoco e sostengono che le vittime non sono poi in punto di morte. Sta di fatto però che il 20 per cento di esse si trova in terapia intensiva, ciò significa che tanto bene gli attaccati non stanno. In pratica l’Italia, dopo aver agito al rallentatore, ora è affetta da paralisi “progressista”, ogni attività si è fermata ed è giusto, tuttavia non bisogna dimenticare che gli interventi restrittivi sono stati tardivi. Non è un caso che il nostro Paese in Europa sia il più infestato».
«Libero Quotidiano alimenta l’industria della paura? Ridicolo»
Nell’articolo Vittorio Feltri ha attaccato pure sul finale Carlo Calenda, che ha accusato Libero di «aver peccato in cialtronaggine (…) avendo pubblicato questo titolo: “Prove tecniche di strage”. Sormontato da un occhiello in cui si rimproverava al governo di aver nicchiato agevolando in tal modo il propagarsi del Corona. Parole che riflettono la realtà, purtroppo, e non possono essere censurate». Il giornale diretto dal bergamasco è stato messo sott’attacco anche da Andrea Romano del Partito Democratico: «Ci taccia di alimentare l’industria della paura. Ridicolo. Il terrore semmai è fomentato dal virus inizialmente snobbato dal BisConte dormiente e incapace. Si dà il caso che il popolo Lombardo e quello Veneto non escano più neanche di casa non certo suggestionati da Libero, bensì perché atterriti da una malattia inadeguatamente affrontata dalla politica cara ai Calenda e ai Romano», ha concluso il 76enne.