Massimo Bossetti fa ricorso in Cassazione
Un passo annunciato, quello degli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini, dopo il clamoroso dietrofront della Corte d’assise di Bergamo. “Per due volte la Corte d’Assise di Bergamo ci dice di sì che si possono fare queste attività (la ricognizione dei reperti di indagine ndr), aveva dichiarato Salvagni a mezzo stampa. “E la stessa Corte d’Assise quando poi gli chiediamo ‘come e quando fare queste attività’ ci risponde che è inammissibile”.
Denuncia penale al Ris di Parma
Il ricorso in Cassazione di cui in oggetto, secondo quanto trapelato verterebbe su una denuncia penale per «rifiuto di atti d’ufficio» nei confronti del Ris di Parma. Presentata anche un’istanza al ministro di Grazia e Giustizia, Alfonso Bonafede, affinché disponga una ispezione nel tribunale di Bergamo. Secondo quanto scrive in esclusiva il settimanale Oggi, il ricorso in Cassazione sarebbe finalizzato a “sbloccare il provvedimento con il quale il giudice dell’esecuzione, Giovanni Petillo, il 15 gennaio scorso ha messo sotto confisca i reperti dell’inchiesta sull’omicidio di Yara Gambirasio”.
Caso Yara ricognizione reperti: prima concessa poi giudicata inammissibile
La denuncia del Ris di Parma e del suo comandante, il colonnello Giampietro Lago, sarebbe motivata dal fatto che, malgrado l’autorizzazione firmata a fine novembre 2019 dal giudice Petillo, avrebbero “rifiutato, confermando peraltro l’atteggiamento ostile serbato durante l’intero procedimento/processo, il rilascio di quanto richiesto ed autorizzato dall’Autorità giudiziaria”. Accadimenti che, di fatto, hanno generato una fase di stallo che ha bruscamente interrotto l’attività di indagine difensiva mirata a chiedere la analisi dei reperti di indagine e una nuova perizia sul Dna. Il lavoro degli avvocati di Bossetti in questi anni non si è mai interrotto. Bossetti, lo ricordiamo, si è sempre professato innocente e vittima di un clamoroso errore giudiziario. Potrebbe interessarti anche —> Caso Yara, Elisabetta Aldrovandi: «Dubbia la condanna di Massimo Bossetti»