Code interminabili, razzia sugli scaffali: all’indomani di ogni conferenza del presidente Giuseppe Conte lo scenario è sempre il medesimo, nonostante le raccomandazioni. Proprio per evitare che tutto questo si ripeta in continuazione, i supermercati, le grandi catene di distribuzione, ma anche i piccoli negozi alimentari si sono tutti adoperati per permettere ai cittadini di fare la spesa online ed evitare gli assembramenti, come imposto dalle direttive contro la diffusione del coronavirus. E così, gli italiani più smart e non solo, in massa si sono lanciati sul nuovo metodo. Peccato che il servizio, viste le richieste, sia andato presto in tilt. Quindi ancora una volta ore e ore di attesa, fino addirittura alla cancellazione di molti prodotti selezionati.
Coronavirus, fare la spesa online è un’odissea
A raccontare una testimonianza diretta è un giornalista dell’Agenzia Agi. “Domenica pomeriggio, dopo pranzo, proviamo a fare la spesa online. Un po’ perché le code all’esterno dei supermercati si sono allungate a dismisura, le immagini le abbiamo viste tutti, e un po’ per dovere di cronaca”, spiega. “Sul sito della Conad per ore e ore campeggia sempre lo stesso messaggio: “Siamo spiacenti, abbiamo temporaneamente raggiunto il numero massimo di clienti. Riprova tra qualche minuto”. Ma la sera la situazione è identica”. Visti i tempi di attesa, il giornalista decide di cambiare sito, sperando di essere più fortunato e di imbattersi in un servizio meno rallentato dalle richieste.
“Nel nostro zapping tra i siti dei supermercati ci soffermiamo su quello del Carrefour. Alle 14.30 del giorno 22, ci registriamo e accediamo al servizio. Bisogna mettersi ‘in coda’, il messaggio avverte che ci vorrà più di un’ora. E noi con ottimismo, aspettiamo. L’attesa è terminata poco prima delle 3 del mattino di lunedì 23 marzo. Dopo 12 ore e 30 minuti finalmente ‘è il tuo turno per fare la spesa, inizia a riempire il carrello’, ti esorta il messaggio. Prima però ti avvisa che sono cambiate le regole per la consegna: è gratuita se spendi almeno 120 euro e non più 70 euro come la settimana scorsa. Va bene procediamo, non ci fermeranno i 6 euro e 90 centesimi della consegna. Mettiamo dentro un po’ di tutto, carne, pesce, pasta, la tanto introvabile farina, la mozzarella, e poi arance a volontà. Ma anche detersivi vari, bagnoschiuma, sapone. In un attimo abbiamo superato abbondantemente anche la soglia di spesa necessaria per avere tutto gratis a domicilio”.
Coronavirus, i servizi di spesa online in tilt
A questo punto sembrava essere fatta: prodotti selezionati, soglia per la consegna gratuita superata senza troppi sforzi, mancava da inserire i dati e decidere i tempi. “Ma, attenzione- continua il racconto- al momento di concludere l’operazione, il contenuto del carrello si dimezza, un altro messaggio in sovra impressione ci informa che almeno 26 dei nostri prodotti non sono disponibili, li indica uno alla volta, e per ognuno spiega che non può proporci una alternativa. Ovviamente sono quelli che vorremmo di più, arance, carne, formaggio ma anche stranamente il dentifricio, va a ruba anche questo. Accettiamo lo stesso, pensando che domani si lavora, con lo smart working ma si lavora, e una coda di ore all’esterno di un super, non è fattibile. Ormai si sono fatte le 4, vogliamo solo pagare e andare a dormire”.
Insomma: circa 13 ore di attesa per scoprire che la metà dei prodotti selezionati non erano disponibili e che non c’erano nemmeno delle alternative. Non solo: come spiega il giornalista, successivamente è comparso anche un altro messaggio: “Non ci sono fasce orare disponibili, riprova dopo la mezzanotte”. Una vera e propria odissea.
Coronavirus, anche gli alimentari fanno le consegne a domicilio
A rispondere alla richiesta di poter ricevere la spesa direttamente a casa non sono state solamente le grandi catene di supermercati, ma anche i negozi di alimentari di quartiere. Più piccoli e più flessibili, i proprietari di questi punti vendita solitamente conoscono perfettamente i propri clienti, e tra loro nel tempo si è inevitabilmente creato un rapporto più diretto e confidenziale. Per questo se possibile sono preferibili ai supermercati e per lo stesso motivo si sono subito mobilitati per rispondere alle richieste dei propri clienti. Contemporaneamente, essendo più piccoli, è possibile anche riscontrare delle tempistiche nettamente inferiori. Molti comuni italiani hanno già messo a disposizione un elenco dei negozi di alimentari che hanno aderito all’iniziativa, per cui consigliamo vivamente di consultarne i siti ufficiali per scoprire se il vostro punto vendita di fiducia ne fa parte!