Riapertura bar e ristoranti. Mancano poco più di dieci giorni alla data fatidica di fine lockdown fissata al 4 maggio 2020. Come abbiamo spiegato in questo approfondimento, si tratterà di un allentamento parziale delle restrizioni agli spostamenti. Saranno infatti possibili solo quelli all’interno delle regioni di residenza (o in cui ci si trovava al momento dell’inizio del lockdown). Per quanto riguarda invece aziende, negozi ed esercizi pubblici la tempistica della riapertura è più articolata. Alcune aziende hanno continuato a lavorare, altre potrebbero essere sbloccate dal 27 aprile, ma tutto è ancora da decidere tra governo e task force guidata da Vittorio Colao. La maggior parte delle attività riprenderà il 4 maggio.
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Riapertura bar e ristoranti: possibile anticipo al 4 maggio
Tra le ipotesi dell’ultim’ora c’è anche la possibilità di riapertura per i bar e per i ristoranti, per i quali fino a pochi giorni fa si pensava ad una tempistica molto più lunga. Alcuni retroscena di palazzo, parlano di un parere favorevole del comitato tecnico-scientifico che assiste il governo nel piano di riapertura. Secondo gli scienziati la riapertura dei bar comporta un impatto di maggiore rischio. E’ facile capire perché: la difficoltà sta nell’organizzazione degli spazi, che non permettono un agevole distanziamento tra le persone.
Di qui la difficoltà di applicare la prescrizione, prevista dal comitato tecnico-scientifico, di mantenere una distanza di 2 metri minimo tra i tavoli. Si pensa di rendere obbligatorio, almeno per il momento, un dimezzamento della capienza. Il via libera dovrebbe essere previsto per il 4 maggio, ma potrebbe essere necessaria un’ulteriore settimana di tempo per l’adeguamento degli spazi. Si pensa ad una ripartenza con le modalità “take away” e servizio a domicilio. Le stesse prescrizioni dovrebbero interessare i ristoranti, che potrebbero dunque riaprire al pubblico nella stessa data.
La riapertura di bar e ristoranti vale 20 miliardi
La possibilità di anticipare al 4 maggio la riapertura di bar e ristoranti, con il via libera alle vendite per asporto, secondo Coldiretti rappresenta ”una importante opportunità considerato che la food delivery genera da sola un fatturato di 350 milioni di euro con aumenti a due cifre già prima della pandemia. La spesa degli italiani per pranzi, cene, aperitivi e colazioni fuori casa prima dell’emergenza coronavirus – conclude la Coldiretti – era pari al 35% del totale dei consumi alimentari degli italiani”.
La riapertura di bar e ristoranti ha un effetto valanga sull’agroalimentare nazionale, con la ripresa degli acquisti di cibi e bevande che vale almeno 20 miliardi all’anno. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’attesa riapertura delle attività di ristorazione nella seconda metà maggio con l’avvio della fase 2 dell’emergenza covid-19. ”Il lungo periodo di chiusura sta pesando su molte imprese dell’agroalimentare made in Italy”, sottolinea l’associazione. >> Tutte le notizie sul coronavirus