Da oggi, 26 aprile 2021, molte regioni e province autonome italiane sono in zona gialla bar e ristoranti potranno riaprire. Inizia così il processo di ritorno alla normalità, ma non tutti sono contenti. Sebbene molte attività riaprano, le regole per arginare i contagi sono ancora severe. In particolare quelle che i bar devono garantire. I ristoratori sono indignati soprattutto per la misura che prevede che solo i locali con i tavoli all’aperto potranno avere dei clienti che consumano sul posto. Anche il consumo al bancone è vietato se non si predispone di uno spazio all’aperto.
Zona gialla bar regole
per quanto riguarda i bar che non predispongono di uno spazio all’aperto, l’ingresso e la permanenza nei locali da parte dei clienti sono consentiti esclusivamente per il tempo strettamente necessario ad acquistare i prodotti per asporto e sempre nel rispetto delle misure di prevenzione del contagio. Non sono comunque permessi gli assembramenti né il consumo in prossimità dei locali. In sostanza per loro le regole sono le stesse delle zone arancioni e rosse, dove è consentito solo l’asporto.
Per i bar in zona gialla che hanno invece uno spazio all’aperto, hanno più concessioni. Le regole prevedono che si possa stare soltanto seduti al tavolo, massimo quattro persone, a meno che non si tratti di conviventi. La distanza fra i commensali è fissata in un metro. Inoltre il servizio al banco è possibile solo “in presenza di strutture che consentano la consumazione all’aperto”. Solo servizio ai tavoli e asporto è ammesso fino alle 18.
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Zona gialla bar: i gestori chiedono giustizia
I bar che non hanno uno spazio all’aperto dunque non potranno servire i clienti sul posto. Questo non significa “riapertura”. A sottolinearlo Andrea Rotondo, presidente di Confartigianato Roma. Rotondo ha spiegato l’ingiustizia delle nuove misure che costringono molti locali a non poter ripartire. “E’ inaccettabile che nel decreto Riaperture non sia prevista la consumazione al banco per le attività di ristorazione artigiana, così come per i bar. C’è stata e resta una mancanza di chiarezza in materia, affidata solo a una precisazione di una circolare del Gabinetto del ministero dell’Interno, ma soprattutto l’ulteriore danno arrecato all’intero settore, che per il mese di maggio ammonterà solo su Roma a 13 milioni di euro”.
Inoltre il presidente di Confartigianato ha dichiarato che con le giuste precauzione tutti i bar dovrebbero avere la possibilità di ripartire. “Sfugge il motivo per cui il ritorno in zona gialla non preveda il ritorno alle norme precedentemente previste per tale colorazione, con la possibilità di consumo al bancone e sul posto, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza sanitaria alle quali le imprese si sono diligentemente adeguate e hanno investito da tempo”.>>Tutte le notizie