Ha preso il via ieri il semestre bianco in cui tutto torna ad essere possibile. Stiamo parlando di quel periodo che precede l’elezione del Capo dello Stato, in cui qualsiasi cosa succeda, nessuno può sciogliere le Camere. In un’intervista concessa a “Repubblica” il ministro degli Esteri Luigi Di Maio “blinda” il premier Draghi e rassicura quanti temono possibili crisi: «Non vedo nessun rischio per l’esecutivo. E assicuro che nel Movimento facciamo tutti parte della stessa comunità». Poi fa un’ammissione inattesa sull’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
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Luigi Di Maio “blinda” Draghi: «Non ci saranno scossoni», poi fa ammissione inattesa su Conte
«Non c’è nessuno che parli di elezioni anticipate e non penso ci saranno scossoni nei prossimi sei mesi. Le persone chiedono stabilità, prospettiva, concretezza», ha spiegato Luigi Di Maio, punto di riferimento dell’ala “moderata” del M5s. Ma anche dopo la scelta del successore di Sergio Mattarella, che si è detto non disponibile per un bis, assicura il ministro degli Affari Esteri che il Gabinetto Draghi reggerà, perché lo chiede l’Europa: «Se pensiamo a nuove elezioni con 200 miliardi da spendere, non ci stiamo concentrando sui bisogni del Paese. La sfida del Piano nazionale di ripresa e resilienza è l’ultima occasione che abbiamo per allinearci ai competitor europei. Se blocchiamo tutto in Europa diranno: ecco, sempre i soliti», ha detto Di Maio. Qualche parola anche sulla Riforma della Giustizia che porta la firma di Marta Cartabia. Da parte di M5s al Senato nessuna sorpresa: «La fiducia alla Camera è arrivata. E sarà così anche al Senato, perché la linea dei 5 stelle è votare a favore di questa riforma. Io direi che, alla fine, il Movimento ha dimostrato compattezza. Sta garantendo il suo supporto e continuerà a essere determinante».
«Riforma della Giustizia? «Potevamo mollare, lasciare tutto al caso: ci saremmo trovati un Movimento spaccato»
Di Maio rivendica il suo ruolo decisivo, da vero mediatore: «Potevamo mollare, lasciare tutto al caso: ci saremmo trovati un Movimento spaccato e la cancellazione della riforma Bonafede. In entrambi i casi abbiamo invece deciso di mediare. Io mi sono esposto, andando incontro ad attacchi, ma l’ho fatto con in mente un obiettivo: trovare unità. Perché la mediazione, se non è al ribasso, porta sempre i suoi frutti. Che in questo caso sono stati avere il Movimento unito e la riforma della giustizia salva», ha detto il pentastellato. E ancora: «Con Roberto (Fico, ndr) e con tutto il gruppo dei 7 abbiamo lavorato giorno e notte per scongiurare la scissione. Oggi siamo ancora qui e questo dimostra che c’erano i margini per farlo. Spesso mi dicono che sono eccessivamente moderato, ma penso che litigare non porti da nessuna parte e per questo faccio un appello alla compattezza: non facciamoci distrarre. Tutto il mondo sta prendendo grandi decisioni sui temi dell’ambiente, della sostenibilità: dobbiamo diventare un punto di riferimento intelligente e ragionevole su questo». Qualche parola infine su Giuseppe Conte: «La fiducia tra me e lui non è in discussione, ma da giorni sono io che ricevo attacchi con delle veline e confido ancora che arrivino smentite. Quello che non si è capito è che queste diatribe interne non indeboliscono solo il Movimento, ma chi lo guida. È sempre stato così». Leggi anche l’articolo —> M5s, via libera al nuovo Statuto, ma Conte è “già padre padrone”: retroscena