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Abrignani (Cts): «Variante Omicron esplosiva, occorre obbligo vaccinale»

22/12/2021 13:34 - Aggiornamento 22/12/2021 13:36

“La variante Omicron è esplosiva. Se non mettiamo l’obbligo vaccinale ora, quando? È probabile che l’aumento di contagi in Italia sia già dovuto alla nuova variante. Sappiamo che avremo picchi di infezioni notevoli”. Così il professor Sergio Abrignani, immunologo membro del Cts, parlando della mutazione Omicron, che pare destinata a diffondersi sempre più. Soltanto nella giornata di ieri oltre 30mila nuovi casi; numeri che debbono farci preoccupare. “Mi chiedo: se non consideriamo l’obbligo vaccinale per una malattia così devastante e pandemica, cosa dobbiamo aspettare? Se non mettiamo l’obbligo vaccinale in questo caso, quando dobbiamo metterlo?”, le domande retoriche dell’esperto ospite al programma «Agorà». 

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Abrignani (Cts): «Variante Omicron esplosiva, occorre obbligo vaccinale»

“È probabile che l’aumento di contagi sia già dovuto alla variante Omicron. Non penso possa essere la variante Delta a fare tutto questo. Credo che dai prossimi rilievi si vedrà una presenza significativa di Omicron”, ha dichiarato il professor Abrignani in collegamento con «Agorà». “In Gran Bretagna hanno previsto anche 200mila infezione al giorno, sono quasi arrivati a 100mila. In Francia c’è una progressione e probabilmente sanno che arriveranno a 100mila casi. Noi siamo indietro di 10-15 giorni, non penso che l’Italia rimarrà fuori da tutto questo. I numeri contano: con la variante Delta avevamo 5mila infezioni al giorno e 150 polmoniti, di cui una ventina finivano in terapia intensiva. Con questa abbiamo 50mila infezioni al giorno e 750 polmoniti, un centinaio di persone in terapia intensiva: questo fa scattare l’allarme”, ha detto l’immunologo.

“Sappiamo che avremo picchi di infezioni notevoli, avremo un carico sui ricoveri ospedalieri. (…) È una variante molto più diffusiva. Quando parte, parte. in Inghilterra, vediamo un numero impressionante di casi. Avverrà anche da noi. Se anche provocasse meno polmoniti, infettando 5 volte di più provocherebbe più casi da terapia intensiva”, ha aggiunto Abrignani.

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«La differenza è che siamo vaccinati»

“La malattia provocata sembra comparabile a quella della Delta, la differenza è che siamo vaccinati. Omicron trova una popolazione ampiamente vaccinata: con due dosi la protezione dall’infezione scende al 30-40% ma quella dalla malattia grave rimane molto alta. La terza dose è in grado di riportare la protezione dall’infezione a livelli più alti”, ha osservato il professore membro del Cts. Leggi anche l’articolo —> “L’Aria che tira”, Galli “polverizza” in diretta tv Bassetti, Crisanti e Pregliasco: «Sono basito…»

 

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