Vai al contenuto

Conflitto Israele-Palestina, il precedente storico: la guerra dello Yom Kippur

12/10/2023 11:40 - Aggiornamento 12/10/2023 11:50

Conflitto Israele-Palestina news, il nuovo recente episodio dell’interminabile scontro tra due popoli divisi sulla stessa terra ha un precedente storico di cui non si può tener conto, per via della scelta da parte palestinese di colpire nuovamente nel giorno esatto del 50esimo anniversario. Parliamo della guerra dello Yom Kippur.

Leggi anche: Sabato di sangue a Gerusalemme, la reazione di Israele al razzo palestinese da Gaza

conflitto israele-palestina

 

La guerra dello Yom Kippur: il contesto

La straordinaria vittoria di Israele nella Guerra dei Sei Giorni del 1967 lasciò alla nazione ebraica il controllo di un territorio quattro volte la sua estensione precedente. L’Egitto perse la penisola del Sinai e la Striscia di Gaza, la Giordania invece la Cisgiordania e Gerusalemme Est; infine la Siria perse le strategiche alture di Golan.

Quando Anwar el-Sadat (1918-81) divenne presidente dell’Egitto nel 1970, si ritrovò a capo di una nazione economicamente in difficoltà che non poteva permettersi di continuare la sua infinita crociata contro Israele. Voleva fare la pace e quindi raggiungere la stabilità e il recupero del Sinai, ma dopo la vittoria di Israele nel 1967 era improbabile che i termini di pace di Israele sarebbero stati favorevoli all’Egitto. Sadat concepì quindi un piano audace per attaccare nuovamente Israele, che, anche se fallito, avrebbe potuto convincere gli israeliani che la pace con l’Egitto era necessaria.

Nel 1972, Sadat espulse 20.000 consiglieri sovietici dall’Egitto e aprì nuovi canali diplomatici con Washington, DC, che, in quanto alleato chiave di Israele, sarebbe stato un mediatore essenziale in eventuali futuri colloqui di pace. Siglò quindi una nuova alleanza con la Siria e nel contempo chiese ai vertici militari di entrambi i paesi pianificare un attacco concertato contro Israele.

Conflitto Israele-Palestina: lo scoppio della guerra dello Yom Kippur

Quando il 6 ottobre 1973 iniziò la quarta guerra arabo-israeliana, molti soldati israeliani erano lontani dai loro posti per osservare lo Yom Kippur (o Giorno dell’Espiazione) e gli eserciti arabi fecero progressi impressionanti con le loro armi sovietiche all’avanguardia.

Le forze irachene si unirono presto alla guerra e la Siria ricevette il sostegno della Giordania. Dopo diversi giorni, Israele fu completamente mobilitato e le forze di difesa israeliane iniziarono a respingere le conquiste arabe a caro prezzo in termini di soldati ed attrezzature. Un trasporto aereo di armi statunitense aiutò la causa di Israele, ma il presidente Richard Nixon (1913-94) ritardò di una settimana gli aiuti militari di emergenza come tacito segnale della simpatia degli Stati Uniti per l’Egitto. Il 25 ottobre le Nazioni Unite hanno assicurato un cessate il fuoco egiziano-israeliano.

Leggi anche: Israele, una notte senza tregua per Hamas: nuovi attacchi aerei su Gaza

Fu davvero una “sorpresa” per Israele? Gli errori dell’intelligence

Nonostante l’opinione comune secondo cui Israele fu sorpreso dall’attacco che alla fine arrivò, la verità è che gli israeliani iniziarono a prepararsi per la battaglia il 5 ottobre e il mattino successivo erano convinti che la guerra fosse imminente. Ma, come i funzionari dell’intelligence statunitense, gli analisti israeliani erano scettici riguardo alla minaccia di guerra.

Secondo documenti declassificati nel 2012, l’incapacità di anticipare gli attacchi arabi è stata il risultato di una serie di fallimenti dell’intelligence. Ad esempio, ai soldati israeliani sul fronte meridionale fu consegnato un documento segreto che forniva 14 segnali che avrebbero indicato un imminente attacco egiziano. Nessuno di questi indicatori era evidente prima dell’invasione. Allo stesso modo, nel nord, fu trasmesso al comandante un avvertimento che la Siria intendeva attaccare il 2 ottobre. Queste informazioni non trovarono immediata conferma furono respinte. Anche il rafforzamento egiziano fu simile a quello avvenuto nel maggio 1973 e non portò alla guerra.

Il 4 ottobre, un giorno prima di apprendere che i civili russi stavano lasciando l’Egitto e la Siria, l’intelligence militare riferì che le probabilità di una guerra erano basse. Israele aveva una spia in Egitto; tuttavia, Ashraf Marwan, genero dell’ex presidente Gamal Abdel Nasser, avvertì il responsabile del Mossad a Londra che la guerra era imminente un giorno e mezzo prima dell’inizio. Il direttore del Mossad, Zvi Zamir, fu informato dal suo aiutante e progettò di incontrare il suo agente a Londra il giorno successivo. Successivamente Zamir apprese dall’intelligence militare israeliana che gli scienziati sovietici si stavano preparando a lasciare la Siria, il che aggiunse peso al rapporto sulla guerra imminente. Due settimane prima, Israele aveva appreso che la Russia stava trasferendo i missili Scud all’Egitto, un altro segnale preoccupante. Secondo l’aiutante di Zamir, Alfred Eini, l’avvertimento di Marwan di una guerra imminente non fu trasmesso immediatamente al Primo Ministro perché il Mossad pensava che l’intelligence militare l’avrebbe fatto. Zamir raggiunse qualcuno nell’ufficio del primo ministro solo il giorno dopo, poche ore prima dell’attacco.

Il vice capo di stato maggiore generale Israel Tal temeva che la guerra stesse arrivando e cercò di convincere il suo capo, il capo di stato maggiore generale David Elazar, a prendere precauzioni, rafforzare la linea del fronte con l’Egitto e richiamare le riserve. “Se ho torto e tu hai ragione”, disse, “li abbiamo arruolati gratuitamente, li abbiamo disturbati durante le vacanze e abbiamo sprecato soldi. Sarebbe un peccato, ma non troppo grave. D’altro canto, se io ho ragione e tu hai torto, andremo incontro al disastro”.

Fu solo alle 5 del mattino del 6 ottobre che Elazar raccomandò per la prima volta una mobilitazione completa e immediata delle forze e un attacco aereo preventivo. Fu annullato. Poche ore dopo, fu approvato il richiamo parziale delle riserve, ma Meir si rifiutò comunque di autorizzare Elazar ad intraprendere un’azione militare. Informò l’ambasciatore americano della situazione e gli chiese di trasmettere il messaggio che gli arabi dovevano essere fermati. Henry Kissinger, che era segretario di Stato, fece successivamente appello a Sadat e al presidente siriano Hafez Assad di non fare nulla di precipitoso. Avvertì anche Meir di non sparare per primi. La Meir si trovò in una posizione quasi impossibile. La comunità dell’intelligence non le aveva dato sufficiente preavviso dell’attacco imminente per preparare adeguatamente la nazione alla guerra. Tuttavia, le possibilità di vittoria di Israele e di minimizzare le perdite potevano essere notevolmente aumentate da un attacco preventivo e dalla rapida mobilitazione dell’IDF (Forze di difesa israeliane). Tuttavia, temeva che colpire per primi, come aveva fatto Israele nel 1967, avrebbe potuto far arrabbiare così tanto gli Stati Uniti da indurre Nixon a non sostenere il proseguimento della guerra o le politiche israeliane in seguito. E, a differenza del 1967, non pensava che Israele potesse permettersi di agire da solo.

Leggi anche: Guerra Israele-Gaza, oltre 350 morti dall’inizio degli scontri (Video)

Il conflitto e i suoi esiti

La vittoria di Israele arrivò a costo di pesanti perdite e gli israeliani criticarono la mancanza di preparazione del governo. Tuttavia, subito il “colpo da pugile”, le forze armate israeliane reagirono con grande efficacia all’attacco, soprattutto grazie alla superiorità dimostrata dall’Aviazione di Gerusalemme, capace di soluzioni innovative (nel campo della guerra elettronica, ad esempio) che surclassarono le antagoniste arabe.

Nonostante la vittoria di Israele nella guerra dello Yom Kippur, nell’aprile del 1974 il primo ministro Golda Meir (1898-1978) si dimise. Sebbene l’Egitto avesse nuovamente subito una sconfitta militare per mano del suo vicino ebraico, i primi successi egiziani aumentarono notevolmente il prestigio di Sadat in Medio Oriente e gli diedero l’opportunità di cercare la pace.

Nel 1974 fu firmato il primo dei due accordi di disimpegno egiziano-israeliani che prevedevano la restituzione di porzioni del Sinai all’Egitto, e nel 1978 Sadat e il primo ministro israeliano Menachem Begin (1913-92) firmarono il primo accordo di pace tra Israele e uno dei due paesi, dei suoi vicini arabi. Nel 1982, Israele rispettò il trattato di pace del 1979 restituendo l’ultimo segmento della penisola del Sinai all’Egitto.

Per la Siria, la guerra dello Yom Kippur fu un disastro. L’inaspettato cessate il fuoco egiziano-israeliano espose la Siria alla sconfitta militare e Israele conquistò ancora più territorio sulle alture di Golan. Nel 1979 la Siria votò insieme ad altri stati arabi per espellere l’Egitto dalla Lega Araba.

Continua a leggere su UrbanPost