Berlusconi al Quirinale come prossimo presidente della Repubblica è davvero possibile? È la domanda che gli Americani definirebbero da “one million dollar”. Il Cavaliere, stando ad indiscrezioni, pare sia sempre più convinto di avere dalla sua i numeri per essere eletto. Il leader della Lega Matteo Salvini, alleato del centrodestra, ha rimandato ogni decisione a gennaio. A “stroncare” le aspirazioni del leader azzurro Giuliano Urbani, uno dei pionieri di Forza Italia, ministro nei due primi governi guidati da Berlusconi, ma non solo. Fuoco amico? “Libero” e “Riformista”, che hanno ripreso l’intervista del politologo a «La Repubblica» dicono di sì.
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Corsa al Quirinale, “fuoco amico” contro Berlusconi: da Urbani a Bossi | Retroscena
“Il bis di Mattarella sarebbe la soluzione migliore. Ma il Presidente ha tutto il diritto di chiamarsi fuori. E trovarne uno simile a lui non è facile. Draghi per me è meglio che rimanga al governo, altrimenti rischiamo di pesare di meno in Europa. Per quanto dotato di capacità e influenza, l’attuale premier ricoprirebbe un ruolo con poteri limitati. E la seggiola accanto, quella del presidente del Consiglio, sarebbe magari impegnata da un presidente divisivo”. Così Giuliano Urbani in un colloquio con «Repubblica». Ad Emanuele Lauria l’ex ministro, considerato uno dei pionieri di Forza Italia, parlando della candidatura di Berlusconi, ha detto fermo: “Ci sono due aspetti da valutare. Primo: l’aspirazione di Berlusconi è legittima? Io dico di sì. Beati monoculi in terra ceacorum . Non si può non riconoscere al Cavaliere che sia stato un innovatore: lo sta dimostrando ora, con l’insolito metodo dell’autocandidatura, lo ha mostrato in passato, nel bene e nel male. È stato interprete del bipolarismo, ha inventato un centrodestra che un po’ ha retto e un po’ ha fatto cilecca, ma è stata una novità importante. Però c’è il secondo aspetto. La capacità di ricoprire il ruolo”.
«Berlusconi sarebbe un Presidente super partes più nell’apparenza che nella sostanza»
“In questo momento storico al Paese serve una presidenza che unisce, non che divide. Come è stata quella di Mattarella. Berlusconi sarà capace di cambiare pelle? Ma soprattutto, gli altri lo accetteranno?”, gli interrogativi di Urbani. “Io ho paura che anche nel centrodestra questa candidatura ponga qualche problema. Il dubbio è lecito. Un Berlusconi che riacquista autorevolezza viene visto dagli alleati con occhio diverso. Una cosa è riconoscergli il ruolo di padre nobile, un’altra accettare che torni davvero a essere il numero uno. Berlusconi sarebbe un Presidente super partes più nell’apparenza che nella sostanza. E le forze politiche non gli affiderebbero la delega che hanno dato a Mattarella nei momenti difficili come l’attuale. Si porrebbe un problema di governance complessiva del sistema. E torneremmo non a una normale dialettica fra i partiti, ma a una competizione deleteria più forte di prima”, ha spiegato sempre Urbani. Chi non crede all’ipotesi di Berlusconi al Quirinale è anche Umberto Bossi. A «La Stampa» l’ex alleato del Cavaliere ha detto: «Volete sapere come andrà a finire? Dovrebbe farcela Casini». Chi si defila è anche Italia Viva di Matteo Renzi: «Serve un presidente della Repubblica che abbia un ampio consenso in Parlamento. E Berlusconi non ha queste caratteristiche», ha affermato Ettore Rosato ad «Affari Italiani».
Draghi al Colle? «Deve stare attento alla sinistra»
Secondo Urbani Berlusconi si candida al Quirinale in cerca di una “rivalsa in termini di immagine” poiché dell’avviso “di aver subito il Male”. Come vede il politologo umbro l’ipotesi di Mario Draghi al Colle? “Sta governando abbastanza bene ma se davvero vuole arrivare al Colle deve stare attento soprattutto alla sinistra. A sceglierlo come presidente del Consiglio è stato anche Berlusconi che ha preferito lui, un banchiere centrale, a un banchiere d’affari. Magari la sinistra all’ultimo lo taglia”. Leggi anche l’articolo —> Quirinale, tutti i “trucchi” di Berlusconi per farsi votare: anche “un quadro d’autore a Di Maio” | Retroscena