Caso Yara, colpo di scena nel processo per l’omicidio della tredicenne di Brembate per il quale è stato condannato in via definitiva all’ergastolo Massimo Bossetti. La Cassazione ha accolto il ricorso della difesa del muratore di Mapello sull’accesso ai reperti, annullando con rinvio le ordinanze della Corte d’assise di Bergamo. L’avvocato Claudio Salvagni, legale di Massimo Bossetti, è intervenuto per parlarne ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” su Radio Cusano Campus.
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Caso Yara, il legale di Bossetti: “Non si è mai potuto difendere realmente”
“La Cassazione ha annullato un provvedimento della Corte d’Assise di Bergamo che dichiarava inammissibile la nostra richiesta di accesso ai reperti”, ha spiegato Salvagni ai microfoni di Radio Cusano Campus. “Finalmente la difesa di Bossetti avrà la possibilità di vedere quei reperti ed analizzarli, è una svolta epocale per il mio assistito perché si potrà andare a verificare quel dna. Il contenuto della sentenza passata in giudicato dice che non c’era più materiale da analizzare, magicamente a gennaio 2020 sono saltati fuori 54 campioni di dna degli slip e dei leggins della vittima, cioè le cose che interessano la difesa”.
“Bossetti non si è mai potuto difendere realmente, perché mancava il confronto sulla prova scientifica. Noi abbiamo chiesto di fare delle nuove analisi con le tecnologie più moderne, in modo che quel dato potrà essere utilizzato per la nuova fase processuale che riteniamo probabile. Già adesso sarebbe possibile fare una revisione del processo, visto che i reperti che dicevano non ci fossero sono saltati fuori. Si sa che quel dna lì è tirato, ottenuto con kit scaduti, riesaminarlo significa offrire alla difesa la possibilità di scoprire gli errori, per questo volevano tenerlo nascosto.
“E’ un’importante rivincita anche per noi legali che siamo stati accusati di tutto e di più”
“E’ un’importante rivincita anche per noi legali che siamo stati accusati di tutto e di più”, ha detto Salvagni. “L’unica cosa che potevamo fare – ha aggiunto il legale del muratore di Mapello – era richiedere la perizia sul dna che aveva portato alla condanna di Bossetti, noi l’abbiamo chiesta due mesi dopo la conclusione delle indagini preliminari e ci è sempre stata negata. Adesso è fondamentale aspettare la motivazione della sentenza della Cassazione, intanto continuiamo a lavorare sulle attività di revisione e quando avremo tutto pronto decideremo il da farsi, non bisogna avere fretta, in questo caso non è buona consigliera. Bossetti mi ha detto che quando ha appreso la notizia stava per svenire, è scoppiato a piangere dalla felicità e mi ha ringraziato per aver tenuto duro e aver creduto sempre nella sua innocenza. Ha detto che quando avremo analizzato quei referti più di qualcuno gli dovrà chiedere scusa”. >> Le news sul caso Yara Gambirasio