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Coronavirus in Lombardia, i medici: “Costretti ad affrontare un rischio catastrofico”

17/03/2020 15:55

Coronavirus in Lombardia: una serie di “mancanze” da parte di ministero della Salute e Regione “hanno fatto in modo che i medici si trovassero ad affrontare un rischio catastrofico senza misure di sicurezza adeguate, trovandosi nella condizione di essere involontari potenziali vettori dell’infezione” da nuovo coronavirus
che aveva “caratteristiche prima inedite”. E’ duro il ‘j’accuse’ di Paola Pedrini, segretario dei medici di famiglia lombardi della Fimmg, contenuto nella lettera di “diffida e messa in mora” che il sindacato indirizza a dicastero, Regione, Agenzie di tutela della salute (Ats), procuratori della Repubblica, prefetti e Procura generale della Corte dei conti.

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La diffida: “Entro 72 ore ci diano kit protettivi completi”

Nella missiva si chiede che, entro 72 ore, vengano erogati a tutti i camici bianchi di base e di continuità assistenziale di kit protettivi completi, in numero adeguato e di qualità idonea; di testare l’eventuale contagio di medici, infermieri, personale di studio e, in caso di positività, quello di famigliari e conviventi; di concordare con i sindacati di categoria modalità di arruolamento dei professionisti, di organizzazione e di operatività delle Unità speciali di continuità assistenziale (Usca).

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Coronavirus in Lombardia: “Da ministero e Regione nessun piano dei rischi”

Ma le parole più dure si leggono nelle premesse alle richieste. “Il ministro della Salute e la Regione Lombardia, nonostante le notizie internazionali che fin dalla fine del mese di novembre 2019 evidenziavano un rischio biologico per l’intera popolazione mondiale e la presenza, in Regione Lombardia, di tre aeroporti internazionali – scrive Pedrini – non hanno predisposto alcun piano dei rischi, alcuna sorveglianza sanitaria all’accesso agli ospedali e non hanno previsto un protocollo di sicurezza per l’acquisto di dispositivi di protezione idonei a scongiurare la propagazione del rischio biologico attraverso i sanitari”. E questo “nonostante quest’obbligo di valutazione del rischio biologico sia chiaramente indicato anche nell’art. 271 del D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81”, nonché “dalle Organizzazioni internazionali, prime tra tutte l’Oms”. >> Tutte le notizie sul Coronavirus