Coronavirus riapertura. Il turismo è il settore più colpito dalle conseguenze della pandemia da Covid-19. Il mondo in lockdown, azzerati gli spostamenti internazionali e come sappiamo pure quelli interni e locali. Gli alberghi saranno anche chiusi per via del Dcpm del presidente del Consiglio Conte (per la prima volta nella storia d’Italia), ma di fatto sono «chiusi per assenza di mercato», dice all’Agi il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca. L’associazione degli albergatori sta predisponendo un protocollo per la sicurezza di clienti e dipendenti che sottoporrà a breve al governo e al comitato tecnico per la ripartenza, il team guidato da Vittorio Colao.
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«La situazione è drammatica, serve compromesso tra salute ed economia»
Torinese ma fiorentino da una vita dove dirige la catena Sina Hotels, già senatore di Forza Italia per una legislatura, Bernabò Bocca è alla guida di Federalbegrhi da vent’anni. Bocca è convinto che vada trovato un giusto compromesso tra salute ed economia. «La situazione è drammatica, aggravata dalla totale incertezza – dice Bocca all’Agi – Nella giunta della federazione tenuta due giorni fa, è emerso che la maggioranza non sa se le strutture resteranno attive. La domanda degli imprenditori è: ci sarò ancora a giugno? Se anche ripartisse il solo mercato italiano, le presenza sarebbero dimezzate rispetto allo scorso anno».
Per riaprire, tuttavia, al primo posto c’è la necessità di rispettare la sicurezza di lavoratori e clienti, e di questo il presidente di Federalberghi ne è perfettamente conscio. «Nessuno più di noi tiene alla salute di clienti e dipendenti: se predisponiamo un protocollo che preveda una serie di misure, dalla sanificazione degli ambienti all’uso di mascherine e gel disinfettanti, dobbiamo avere ‘una bollinatura’ dalle istituzioni. Questo anche perché, nel momento in cui si applica un protocollo comune ed ufficiale, si è al riparo da eventuali cause legali e conseguenti danni patrimoniali», dice Bocca.
Coronavirus riapertura, alberghi: «O ci fanno lavorare, o servono risarcimenti»
«Speriamo – aggiunge Bocca – che il governo abbia la volontà di far ripartire il turismo. Per la fase due si è iniziato con le cartolerie: ci aspettavamo qualche apertura in più dopo Pasqua, consci comunque che il nostro settore sarà in coda. Ma se l’esecutivo non ci mette nelle condizioni di operare, allora servono risarcimenti. Finora, noi non abbiamo visto un euro. Ciononostante, gli alberghi devono pagare gli ammortizzatori sociali ai dipendenti, gli affitti, le tasse. Nessuno ci è venuto incontro». Infine un’osservazione, molto condivisibile: le modalità di ripresa dell’economia andrebbero concordate a livello europeo. «In Germania – afferma Bocca – le fabbriche sono aperte: sbagliamo noi o loro? È una pandemia mondiale e sarebbero necessarie regole comuni». >> Tutte le notizie sul Coronavirus