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Federico Ciontoli attacco ai giornalisti: «Colpa della stampa se Marina e Valerio ci odiano»

13/02/2021 17:53 - Aggiornamento 13/02/2021 17:58

Federico Ciontoli oggi: intervistato da Valentina Stella per Il Dubbio, il figlio di Antonio si sfoga e dice la sua puntando il dito contro i media. «Colpa della stampa se Marina e Valerio ci odiano», ha detto.

A ottobre 2020 la Corte d’Assise d’Appello di Roma ha condannato Antonio Ciontoli a 14 anni per omicidio volontario con dolo eventuale per la morte di Marco Vannini. Inflitti 9 anni e 4 mesi a sua moglie Maria Pezzillo e ai figli Federico e Martina, condannati per concorso anomalo in omicidio volontario. Tra qualche mese la Corte di Cassazione tornerà a pronunciarsi sulla vicenda e la condanna per gli imputati potrebbe diventare definitiva. In caso di conferma, infatti, per i Ciontoli si aprirebbero le porte del carcere.

Federico Ciontoli potrebbe finire in carcere

Dopo suo padre Antonio Ciontoli, intervistato da Selvaggia Lucarelli a ‘L’Ultima difesa’ su Discovery+, anche Federico decide di parlare. E spiega le sue ragioni. «Ho scelto di farlo per due motivi. Il primo: penso che il silenzio che ho mantenuto sino ad ora sia tra i fattori che hanno influenzato l’andamento del processo. Quando è avvenuta la tragedia, sono rimasto in silenzio per il rispetto verso la famiglia di Marco e poi perché non avevo le forze fisiche e mentali per parlare. Tuttavia questo mio silenzio è stato utilizzato per raccontare i fatti in maniera unilaterale e spesso distorta. E ho purtroppo trovato queste distorsioni anche nelle motivazioni dell’appello bis […]».

«Tutti dovrebbero desiderare la verità e la verità è che io sono innocente»

Il secondo motivo per cui ha scelto di parlare: «Sono qui per amore della verità. Non sono qui a parlare con lei per me stesso, non sono qui a sperare di evitare il carcere. Lo faccio anche perché questo non accada mai più ad altri».

«Tutti dovrebbero desiderare la verità e la verità è che io sono innocente», dice Federico alla Stella. Per poi aggiungere: «Nulla potrà ridare un figlio ai genitori, nulla potrà ripagare la morte di Marco, però non mi possono condannare alla morte sociale, non possono volontariamente negare la verità. Tutto ciò non può, credo, appagare un dolore».

I Ciontoli “perseguitati” dai giornalisti: le rivelazioni di Federico

Licenziato in relazione alla pressione mediatica ricevuta, oggi Federico fa il volontario. «Quando è accaduta la tragedia, avevo una laurea triennale in ingegneria energetica e stavo preparando la tesi per la laurea magistrale ma ho interrotto. Avevo intrapreso anche gli studi di filosofia e lavoravo come sviluppatore informatico ma mi hanno licenziato per la pressione mediatica.».

«Da quel momento non ho trovato mai più un impiego, benché avessi un buon curriculum e due mesi prima del licenziamento mi avessero aumentato lo stipendio. Adesso faccio il volontario, ma anche intraprendere questa strada non è stato facile perché alcune organizzazioni non se la sono sentita di accogliermi per il possibile impatto mediatico.»

Federico Ciontoli rivela che lui e i familiari si sono divisi: «Non incontro i miei genitori, viviamo sparpagliati: abbiamo paura di essere seguiti e che la stampa scopra dove viviamo solo per fare lo scoop». Poi l’affondo sulla stampa in merito al rapporto con i genitori di Marco Vannini: «La stampa ha strumentalizzato il dolore della famiglia di Marco, hanno sfruttato la loro sofferenza per creare altra sofferenza e generare una frattura tra la mia famiglia e quella di Marco». Potrebbe interessarti anche —> È giusto dare spazio in tv ad un imputato? Intervista di UrbanPost a Selvaggia Lucarelli, sotto accusa per l’incontro con Antonio Ciontoli

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