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Conte “rema” contro Draghi, retroscena post G7: la contromossa di stampo renziano

14/06/2021 16:15 - Aggiornamento 14/06/2021 16:27

Governo Draghi – Lun. 14 Giugno 2021. “Per chi ha un desiderio impellente anche l’essere solleciti sembra ritardo”. In questa frase del drammaturgo romano Publilio Siro si concentra quello che è (o si avvicina) lo stato d’animo dell’ex premier Giuseppe Conte. Almeno stando agli ultimi rumors post G7. Dopo aver dormito come il principe di Condè, all’indomani della crisi di governo innescata dal leader di Italia Viva, l’avvocato del popolo è disposto a rigirare al presidente del Consiglio Mario Draghi quella stessa strategia renziana, che gli costò la poltrona. Secondo un retroscena de “Il Tempo” Conte è ben consapevole che più si continua a sostenere l’attuale esecutivo, più il M5s si scioglie come neve al sole. A preoccuparlo anche Casaleggio e Di Battista pronti a far partire un «ControMovimento». Il leader in pectore dei grillini starebbe elaborando una contromossa: staccare la spina al governo Draghi preferibilmente dopo il 3 agosto. 

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Governo Draghi, Conte “rema” contro, retroscena post G7: la contromossa di stampo renziano

Che il M5s sia in affanno è chiaro a tutti, anche ai non esperti di politica. E l’ex premier Conte ne ha di spine nel fianco: lo stesso fondatore Beppe Grillo con una mossa a sorpresa ha rischiato di spazzare con un colpo di spazzola il lavoro fatto in queste settimane dall’avvocato. Come? Andando a far visita all’ambasciatore cinese Li Jun-hua, proprio mentre si teneva in Cornovaglia il G7, in cui il presidente Usa rilanciava il Patto atlantico. Joe Biden ha chiesto a tutte le potenze, compresa l’Italia, di aiutarlo a contenere l’espansionismo della Cina. Lo stesso Draghi è oggi impegnato al summit della Nato a Bruxelles, definito da lui “la continuazione del G7 di ieri”. «Fa parte del processo di riaffermazione e di ricostruzione delle alleanze fondamentali degli Usa, che erano state, come dire, indebolite dalla precedente amministrazione», ha spiegato l’ex numero uno della Bce. In conferenza stampa ieri, rispondendo ad un giornalista, il premier si è espresso pure sull’accordo siglato dal governo giallo-verde, per quell’antico progetto della Via della Seta: «Non è stato mai menzionato. Per quanto riguarda l’atto specifico, lo esamineremo con attenzione». Ennesimo ‘schiaffo’, se vogliamo, a Conte. Intendiamoci, Draghi leggerà il Memorandum siglato dall’ex premier e Xi Jinping, ma ha già fatto capire che la politica estera è cambiata: «Pechino è un’autocrazia che non aderisce alle regole multilaterali». Leggi anche l’articolo —> G7 Cornovaglia, Draghi incontra Biden: «Piena sintonia. Europeismo e atlantismo nostri pilastri»

Giuseppe Conte

Dalla riforma della giustizia al problema dell’ambiente

Ma non si tratta solo di questo. Altri temi caldi: la riforma della giustizia e l’ambiente, che è stato tra l’altro uno dei motivi per cui il M5s ha deciso di entrare nell’ampia maggioranza Draghi. “Tra gli incubi di Conte, la riforma della Giustizia su cui sta lavorando la ministra Marta Cartabia, pronta a cancellare le leggi di Bonafede. Non a caso, proprio alcuni giorni fa, l’ex premier sulla prescrizione ha ribadito che per com’è fatta oggi «finisce per creare un sistema di giustizia censitaria»”, si legge nell’articolo de “Il Tempo”. Poca soddisfazione anche in materia di «transizione ecologica»: “Com’è noto, già da tempo i 5 stelle e il ministro Roberto Cingolani sono ai ferri corti. L’accademico fa ampiamente di testa sua”. Un flop pure questo per i grillini. Ricordate che Grillo salutò Draghi definendolo come “uno di loro” addirittura? Tempi andati. I pentastellati poi vorrebbero passare dagli attuali cinque scaglioni Irpef a tre, ma sono ben consapevole di dover fare i conti con un governo spostato a destra. Che resta da fare dunque per non sparire dai radar?

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Governo Draghi, Conte pronto a lasciare? L’indiscrezione

Secondo i rumors Conte sarebbe pronto a rispondere con una mossa di stampo renziano. “Lasciare il governo Draghi, possibilmente dopo il 3 agosto. Una mossa che potrebbe consentirgli una rendita di posizione all’opposizione sul modello di quella che sta favorendo Fratelli d’Italia. Ma i conti dell’ex premier sembrano fatti senza l’oste. Infatti, chi dei parlamentari è disposto a chiudere la legislatura prima dei 4 anni, sei mesi e un giorno, ovvero settembre 2022, periodo indispensabile per far scattare loro il diritto alla pensione?”, si chiude l’articolo de “Il Tempo”. Interrogativo che giriamo a voi, lettori. Leggi anche l’articolo —> Elezioni a Roma, il piano di Salvini per riprendersi il centrodestra: retroscena sulla Meloni