PD news. ”Purtroppo il Pd è finito a rincorrere gli eventi, perché rincorre l’illusione di affrontare il futuro con alleanze che soddisfino l’istinto egemonico del suo attuale gruppo dirigente. È così che è finito con lo scambiare il governare con lo stare al governo”. E se è arrivato a questo punto è grazie a Zingaretti e Bettini. Poche parole, ma molto chiare che riflettono perfettamente il caos che sta inondando tutta la politica italiana. In una lunga intervista rilasciata a SprayNews e pubblicata su www.ecodaipalazzi.it l’ex Sottosegretario di Stato alla Presidenza del consiglio dei ministri Arturo Parisi ha proposto un’interessante analisi di ciò che è accaduto in Italia negli ultimi mesi.
PD news, Parisi: “Il Partito Democratico è finito a rincorrere gli eventi”
L’analisi proposta dal professore Arturo Parisi parte dall’ultimo ingresso della politica italiana: Mario Draghi. Secondo alcuni, il suo arrivo come presidente del Consiglio può essere paragonato alla Caporetto della politica. Di questo, però, Parisi non è molto convinto. “Se per politica, intendiamo, come di norma accade, la classe politica, e, più precisamente, quelli che oggi fanno dell’esercizio di funzioni politiche, la loro professione, mi sembra un paragone ottimistico. Come dimenticare che appena a un anno da quella pesante sconfitta, la Caporetto entrata nel nostro linguaggio a indicare la disfatta per eccellenza, Diaz proclamò la nostra vittoria?
Lei pensa possibile che la classe politica potrebbe mai stilare in un vicino domani un bollettino per gridare al vento “I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano discese con orgogliosa sicurezza”, spiega il professore. “Ammesso che questo possa accadere, tenderei, tuttavia, ad escludere che quella classe politica possa essere composta dagli stessi politici che oggi sono usciti sconfitti”. Per quanto riguarda il Partito Democratico, di cui fa parte, invece, secondo Parisi è finito in balia degli eventi. “Per governare ci vuole un progetto per il futuro del Paese. Ma perché affaticarsi a pensarlo se tanto la legge proporzionale spinge al massimo a rinfrescare con gli antichi elettori l’identità che viene dal passato.
Rinviando alle variabili alleanze, successive al voto, il progetto di un’Italia futura? Lo dico per il Pd, ma in vari modi vale per tutti”, sottolinea.
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PD news, l’opinione di Parisi sull’alleanza con il M5S e Leu
Negli ultimi giorni, tra le news, si è parlato poi di una sorta di “santa alleanza” tra PD, Movimento 5 Stelle e Liberi e Uguali. “Lasciamo il santa”, risponde prontamente Parisi. “Non foss’altro che per un momento i santi e gli empi sono più o meno tutti dalla stessa parte. Se mi avesse sentito qualche giorno fa le avrei detto che non vedevo in grande salute neppure l’alleanza, che, nel silenzio-assenso di Zingaretti, Bettini cantava a giorni alterni come organica, strutturale, generale, e a tempo indefinito. Ho sentito invece un recente contrordine che ha negato perfino che sia stata mai prospettata. Se pensa che in queste ore si è perso per strada anche Conte ridotto da leader di tutto il campo progressista a semplice vicario sulla terra grillina dell’unico Grillo “elevato” nell’alto dei cieli!”
Riguardo poi all’ipotesi di un blocco centrista capitanato da un leader ancora non definito, ma che potrebbe essere Matteo Renzi, Carlo Calenda, Emma Bonino o Bruno Tabacci, Parisi risponde: “Schieramenti? Blocchi? Diciamo al massimo aree. Area come aria non come superficie. Come dimenticare che la logica e lo spirito della legge proporzionale spinge ognuno a fare da sé. Per contendere innanzitutto al vicino i consensi vicini. Per mettersi d’accordo, si pensa, c’è sempre tempo. Ma dopo il voto. Questo vale dentro ogni area. In quella che lei chiama centrista forse più delle altre. È proprio nei campi più frammentati che per ognuno è più difficile abbandonare la pretesa di primeggiare sugli altri”.
Secondo il professore, poi, il vero problema della politica italiana è che “si è perso per strada il presupposto fondamentale. Un assetto istituzionale, che giustifichi e alimenti una competizione maggioritaria di tipo bipolare tra progetti di governo che, pur tra loro alternativi, sono pensati ambedue per il Paese”.
“Come si può pensare che Salvini sia passato d’un tratto da anti europeista a europeista?”
Per l’ex Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, poi, Matteo Salvini non ha fatto alcun dietrofront. “Ha semplicemente approfittato della tregua e del reset che Draghi ha aperto nel sistema politico per uscire dall’angolo in cui si era cacciato, dimenticando che ormai l’Europa è il campo nel quale tutte le parti sono chiamate a giocare, a meno che non vogliano chiamarsi fuori dalla storia presente. Come poteva mai un partito nordista che voleva separarsi dalla terronia per unirsi al nord europeo mettersi alla testa del mezzogiorno per separarsi dall’Europa. Europeista è per Salvini ancora una parolaccia. Forse è meglio dire che da anti europeista si è riproposto come un diversamente europeo”.
In conclusione, Parisi durante l’intervista ha commentato anche le azioni e il ruolo di Renzi durante la crisi di governo. “Quello che mi ha indignato, e continua a indignarmi, è la crescente perdita di ogni valore della parola. Della parola detta come di quella data. Dico della misura della sfrontatezza. Della misura. In un tempo nel quale di ogni parola resta traccia sulla rete e dalla rete può essere risuscitato con un click, l’opportunismo e il trasformismo che già domina di suo la nostra quotidianità, dalla politica trabocca moltiplicato nella società ogni giorno di più fino a corrompere il nostro intimo, come mai era successo in passato. Si può continuare così”. >> Tutte le notizie di UrbanPost