Il dolce Marco ne ‘L’ultimo bacio’ prima e in ‘Baciami ancora’ poi; Tommaso Buscetta ne ‘Il Traditore’ o Bettino Craxi in ‘Hammamet’. E ancora “Pane e libertà”, “Il generale della Rovere”, “Marco Polo”. Pierfrancesco Favino è stato capace con disinvoltura di passare da un ruolo all’altro, strimpellando le corde del dramma e della commedia. Un attore completo, che si sente un privilegiato: fortunato in virtù del mestiere che fa. La recitazione è nel suo dna…
leggi anche l’articolo —> Chi è Anna Ferzetti, la bellissima moglie di Pierfrancesco Favino: carriera e curiosità
Pierfrancesco Favino confessione a “Verissimo”: «Sfioro la malattia…», di mezzo il regista Virzì
Pierfrancesco Favino ama profondamente la sua professione: «Quello che faccio mi fa stare meglio». E proprio a tal proposito ha parlato di “malattia”, confessando una sua fissazione: «Credo di dover imparare ancora tanto dal mio mestiere, ma non è detto che sia in grado di farlo e non voglio che sia un passaggio obbligato. Sono un perfezionista, Paolo Virzì dice che sfioro la malattia», ha dichiarato a “Verissimo”. L’attore romano in quell’occasione aveva svelato anche i suoi progetti futuri: «La carriera da regista mi affascina, ma non so se ho le qualità perché bisogna avere talento per tenere assieme le persone. Non so se ce l’ho nelle corde, però mi interessa». Leggi anche l’articolo —> Chi è Pierfrancesco Favino, vita privata e carriera: tutto sul noto attore
«Ho iniziato a fare questo lavoro sapendo che era complicato, ma l’ho fatto sempre con grande gioia…»
E per arrivare nel tempio dei grandi ne ha fatti sacrifici: «Io ci ho messo un sacco di tempo a riuscire a fare questo mestiere con continuità. Ho fatto un sacco di altri mestieri per pagare l’affitto o per mangiare. Ma non l’ho mai fatto pensando che il mondo di me non riconoscesse la mia capacità», ha detto tempo fa in un’intervista Pierfrancesco Favino parlando delle difficoltà degli esordi. «Ho iniziato a fare questo lavoro sapendo che era complicato, ma l’ho fatto sempre con grande gioia. Ci sono stati momenti difficili in cui non capivo perché scegliessero altri e non me. Faccio l’attore dal 1992, i film che hanno iniziato a farmi vedere sono del 2005, del 2004. Negli anni precedenti ho fatto la gavetta, per fortuna. Ho sempre fatto l’attore con gioia. In questo mestiere poi c’è anche una grande componente di fortuna. La nostra professione va a ondate. In questo momento lavoro tanto, magari un momento non andrà così», ha raccontato Pierfrancesco Favino. «Esistono i raccomandati nel mondo del cinema, ma durano poco. La raccomandazione non può arrivare dove arriva il talento», ha confessato tempo fa in un’altra intervista. Leggi anche l’articolo —> Pierfrancesco Favino e quel discorso sul talento che insegna a credere in sé stessi